Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Demoni interiori e oscure presenze inducono un ragazzo già problematico a sterminare la sua famiglia. Un prete tenta di esorcizzarlo.
Il secondo capitolo della saga incentrata sulla celebre casa stregata della cittadina americana di Amityville, si pone a metà strada tra un sequel e un prequel, accentuando gli elementi orrorifici in materia di sangue e morbosità, lasciando ancora una volta spazio a possibili continuazioni che, infatti, non sono mancate.
La regia affidata all’italiano Damiano Damiani, noto soprattutto per aver diretto film di un certo impegno politico quali Il giorno della civetta (1968), indugia soprattutto nel tracciare la rapida discesa verso il male di Sonny De Feo, ragazzo ribelle e mentalmente disturbato, e il controverso rapporto tra lui e la sorella minore, l’ingenua Patricia, con la quale finirà per avere una relazione incestuosa.
Effetti speciali e momenti violenti sono confinati ai minuti finali mentre la tensione psicologica è costruita su una serie di visioni e piccole manifestazioni che si susseguono, non riuscendo però a risollevare più di tanto il ritmo che spesso diventa sin troppo incerto e dilatato, anche a causa di una sceneggiatura poco articolata. Inoltre chi si aspettava una fedele trasposizione del vero caso di cronaca che alimentò la leggenda di Amityville, quello della strage attuata da Ronald De Feo che sterminò in una sola notte l’intera famiglia a colpi di fucile, resterà parzialmente deluso, in quanto, pur riportando gli stessi nomi, i protagonisti non corrispondono interamente a quelli reali e la loro vicenda viene esaurita presto, mentre molto più spazio viene dato – senza tanta originalità – alla parte del processo e alla tematica dell’esorcismo condotto da un prete coraggioso che finirà per subire le conseguenze delle sue azioni.
Guardabile, anche se tutto sommato abbastanza anonimo.
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