Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Secondo capitolo delle disavventure in chiave horror della saga di Amityville (il primo film, Amityville horror, è di Stuart Rosenberg, 1979); curiosamente la scelta per il regista ricade sull'italiano Damiani (produzione nostrana, d'altronde, anche se la pellicola è girata negli Stati Uniti: Dino De Laurentiis), che a dirla tutta non è proprio un esperto del genere: ha licenziato western, lavori di denuncia e persino un'amara commedia come La rimpatriata. Eppure il nostro se la cava: ha a disposizione, questo è vero, un buon budget ed un cast, seppure privo di nomi di grande richiamo, quantomeno accettabile, ma va riconosciuta la capacità di Damiani di creare la giusta suspence che è in fondo la prima prerogativa di un lavoro di questo stampo. La pecca essenziale sta nella storia, che è ben poca cosa: la casa costruita sull'antico cimitero indiano, la famigliola travolta dalle bizze dei maligni spiriti che non riescono ad avere la meritata pace; il coraggioso prete, inoltre, intento a praticare esorcismi a destra e a manca è ormai diventato un clichè da quando L'esorcista (1973) ha sbancato i cinema di tutto il mondo. Buon lavoro dei truccatori, sangue in modica quantità, debiti risvolti inquietanti (fra cui un incesto fratello-sorella), tensione ben mantenuta, ma la sostanza di fondo è miserrima. 5/10.
Padre, madre e due figli (maschio e femmina) vanno ad abitare ad Amityville, in una casa che sorge sopra ad un antico cimitero indiano. La maledizione degli spiriti che qui non riescono a riposare non tarda a manifestarsi...
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