Regia di Matthew Modine vedi scheda film
L’esordio di Matthew Modine nel lungometraggio ha un sapore vagamente indipendente, una struttura esile e toni delicati. Vagamente ispirato a “Rapina a mano armata” di Kubrick, il film di Modine si trasforma in una spassionata critica all’istituto familiare, che ha per protagonista un ex galeotto. Uscito di prigione, Johnny riallaccia i rapporti con il fratello e il padre, che parteciparono allo sfortunato colpo che gli costò l’arresto. Quell’episodio ha gettato un’ombra sui loro rapporti, perché i congiunti lo abbandonarono al momento della fuga. Johnny vuole dare un taglio a una vita di espedienti, ma la “famiglia” complica i suoi piani e si ritrova transfuga in Messico a impastare tortillas, in attesa di compiere un altro colpo ai danni della cassa di un’affollata Plaza de Toros, ma la storia spesso si ripete... Abbandonato il titolo originale (“If... Dog... Rabbit”), spiegato nel post-finale, il film non va mai oltre i limiti, ma li rivela, in particolare quelli di regia. Specie nel finale, con la sovrapposizione di più piani temporali, e che affidato a uno come Oliver Stone avrebbe fatto scintille.
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