Regia di Daniel Myrick, Eduardo Sánchez vedi scheda film
Al di là dell'alone di cult/scult e del caso mediatico a cui è stato soggetto, questo film è degno di attenzione per esser riuscito con poco o niente a stravolgere il suo genere di appartenenza. La scelta di non rivelare l'antagonista, e in genere di mostrare alcun tipo di scena macabra a cui il cinema horror era stato abituato a partire dai film di Corman o giù di li, è esemplificativa nel rivelare la potenza che può esser restituita al mezzo cinematografico nel momento in cui cessa appunto di mostrare; è cosi lasciato spazio alla libera interpretazione dello spettatore, indotto prima di tutto ad immaginare che a vedere, e dunque ad essere partecipe nella ricostruzione di ciò che allo schermo viene nascosto. Il feeling che si crea è puramente soggettivo, il terrore psicologico. Lontano dall'essere un capolavoro, ha avuto però (nel bene e nel male) una certa influenza nel genere.
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