Regia di Sergio Bergonzelli vedi scheda film
Lui e lei si amano, si sposano, fanno un figlio. Alla fiction si affianca il documentario che spiega le varie fasi del rapporto di coppia dal punto di vista maschile e da quello femminile.
Dopo una serie di regie popolari tra spy movies e spaghetti western, Sergio Bergonzelli approda con questo lavoro al documentario, o meglio allo pseudodocumentario: Silvia e l’amore è un po’ fiction e un po’ mondo movie, tra dettagli bizzarri e informazioni superflue, curiosità che parrebbero fuori luogo e un vago sensazionalismo, tratto distintivo del genere. Certo, il commento in voce off cerca spesso di offrire anche un approccio scientifico alle questioni trattate, ma l’argomento di base – sostanzialmente il rapporto di coppia, finalizzato alla procreazione – si presta ripetutamente a divagazioni morbose o semplicemente non richieste dalla trama, sbandando qua e là tra femminismo, divorzio e aborto (siamo d’altronde nel 1968 ed erano tutti temi molto, molto discussi all’epoca). Bergonzelli scrive, dirige e produce questa pellicola girando in contemporanea l’analoga (ma più evidentemente improntata su temi sessuali) Le 10 meraviglie dell’amore; Angelo Infanti e Anna Maria Rosati sono qui i suoi due interpreti principali. La Rosati ha un personaggio di nome Silvia, ma questo in effetti non rende più sensato il titolo. Da questo momento in avanti nella carriera del regista si manifesterà una crescente vena erotica, che sfocerà negli anni Ottanta nella pornografia tout court. 2/10.
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