Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Uno degli ultimi capitoli per il cinema neorealista italiano, ma non per questo meno valido o ispirato di titoli precedenti già entrati nella leggenda come Roma città aperta (Rossellini, 1945) o Ladri di biciclette (De Sica, 1948); De Santis è al quarto film e persevera - a ragione, visti i risultati - su tematiche sociali di chiaro impatto (la povertà, la disoccupazione, in senso lato anche la fiducia nella ricostruzione del Paese) viste da una prospettiva popolare. Dopo Caccia tragica, Riso amaro e Non c'è pace tra gli ulivi, questo Roma ore 11 prosegue quindi il filo del discorso del regista (anche sceneggiatore, con Gianni Puccini, Rodolfo Sonego, Basilio Franchina e - riconoscibilissimo nei ritratti di caratteri semplici e arresi - Cesare Zavattini), che prende le mosse da un fatto di cronaca realmente accaduto per raccontare un quadro sociale complesso e sfaccettato. Fra gli interpreti Lucia Bosè, Lea Padovani, Carla Del Poggio, Delia Scala, Massimo Girotti, Raf Vallone, Paolo Stoppa, Elena Varzi, Paola Borboni, Checco Durante e anche il caratterista Pietro Tordi: davvero un cast sensazionale; le musiche intense di Mario Nascimbene conquisteranno un Nastro d'argento. Fotografia - in un bianco e nero scarno, carico dei contrasti forti della storia - di Otello Martelli. Roma ore 11 può essere infine considerato come uno dei film antesignani del 'cinema civile' italiano di dieci-quindici anni dopo (Rosi, Petri: e significativamente quest'ultimo, giovanissimo, collaborò - non accreditato - alla stesura della sceneggiatura). 6,5/10.
Roma, primi anni '50. La fame di lavoro è tanta, a un annuncio per dattilografa si presentano oltre duecento ragazze. La scala dell'edificio, per la ressa, cede e crolla: una vittima e decine di ferite.
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