Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Mi è piaciuto tantissimo: l'ho trovato molto coinvolgente, vero e vibrante, dolente, pieno di partecipazione e compassione per le vicende di quelle povere ragazze, e soprattutto lirico e poetico, specie in certe scene. In questo senso la musica aiuta non poco. Secondo me è un capolavoro, un film che mi ha stupito e fatto chiedere come si fosse allora capaci di creare opere del genere. Come in altri film di De Santis e del neorealismo, la vera responsabile delle sventure dei personaggi è la miseria. Le azioni umane, benché a volte sbagliate, sembrano essere solo una spintarella a sventure e tragedie generate dalla miseria e dalla disperazione. E' un film per certi versi cronachistico, ma non per questo freddo e distante: si finisce per soffrire con le giovani protagoniste e per donare loro tutta la nostra compassione e partecipazione. Mi pare che De Santis fosse di sinistra, ma nei suoi film non c'è ombra di politica, retorica, ideologia, intenti programmatici. Per questo sono così belli. C'è invece una specie di dolore, di compassione, di sensibilità per le sventure umane nell'Italia del dopoguerra, flagellata da povertà e disoccupazione. Come anche in "Caccia tragica", anche qui assistiamo alla rabbia e alla vendetta che lasciano il posto al perdono (il cocchiere e la figlia incinta), forse proprio in forza del fatto che siamo tutti degli sventurati sulla stessa barca. E' un film che colpisce a fondo, commuove e fa riflettere. Ha una forza e una capacità di penetrare con lo sguardo la realtà osservata che fa impallidire migliaia di altri film scialbi e superficiali (specie odierni).
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