Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Tra i migliori film italiani dell'epoca, un'opera misconosciuta, forse perchè il suo autore era già passato alla storia qualche anno prima con quella brillante riscrittura dei canoni neorealisti all'insegna di sfumature noir e pulsioni erotiche che era "Riso Amaro", un classico del nostro cinema. Questo "Roma Ore 11" prosegue sulla stessa strada, che è quella di un sincero interesse per le problematiche sociali dell'epoca (la disoccupazione e la miseria ai tempi della ricostruzione), declinate al femminile (prima di Pietrangeli, fu De Santis a concedere così tanto spazio nel nostro cinema al genere femminile), ma esposte con uno stile che non è quello scarno e puro di Rossellini nè quello accorato e chapliniano di De Sica, bensì una forma suadente, ricercata, artificiosa se vogliamo, ma capace di mettere le abilità tecniche al servizio di uno sguardo morale, genuino e partecipe al dramma delle protagoniste. Straordinaria, in questo senso, per efficacia, pudore e intensità, la scena del crollo e soprattutto il successivo piano-sequenza con il dolly a rovistare fra le macerie, i corpi tumefatti e le urla strazianti. Nessun sensazionalismo, solo commossa partecipazione. Significativa l'ultima inquadratura che racchiude l'amara morale di tanto cinema italiano: passato lo shock, la vita delle persone torna esattamente come prima, con gli stessi problemi, le stesse debolezze, le stesse speranze.
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