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La vita che volevamo

Regia di Ulrike Kofler vedi scheda film

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La recensione su La vita che volevamo

di Furetto60
6 stelle

Dramma umano. Tema delicato e importante, ottima performance degli attori. Film però a tratti lento e ripetitivo.

Alice alias Lavinia Wilson e Niklas alias Elyas M'Barek, sono una giovane coppia, apparentemente serena e senza particolari problemi. Tuttavia nel loro idillio c’è un’ombra: nonostante il bramoso desiderio e i numerosi sforzi, non riescono a concepire un figlio. Quando il quarto tentativo, si esaurisce nell’ennesimo aborto spontaneo, i due decidono di concedersi una vacanza in un resort di lusso in Sardegna, allo scopo di riposarsi e chiarirsi le idee.  Sull'isola, Alice e Niklas si ritrovano per vicini di “bungalow”, una chiassosa e invadente coppia austriaca, con due figli. Questo incontro fortuito, con persone tutto sommato cordiali e collaborative, dovrebbe portare loro una buona dose di buonumore, invece paradossalmente catalizza la crisi già in atto . Il film è un dramma silenzioso che si consuma all'interno di una coppia. Alice e Niklas appaiono passivi e rassegnati, senza la minima voglia di costruire o ricostruire il loro rapporto. Nei loro comportamenti non c’è traccia di energia e le loro conversazioni, fatte di brevi alterchi, sono spente e inutili; le frasi di circostanza dei vicini, finiscono solo per irritarli; versano in una situazione di perenne stallo, di scontro continuo, incessante; il clima di tensione si respira in ogni fotogramma; il legame fra Alice e Niklas è, al di là delle loro intenzioni, molto instabile. Sembra di calarsi in una interminabile apnea: si trattiene il respiro, auspicando un qualche risvolto positivo, invece l’atmosfera si fa via via sempre più tesa, fino alla tragedia finale, che pur non riguardandoli direttamente, li pone in una prospettiva umana diversa. La magnifica location, fa da contraltare di fronte ad uno stillicidio intestino, prodotto di anni di sforzi e sacrifici, dipinti nei volti scavati e disfatti dei due protagonisti, che partecipano a questo macabro “passo a due” del rintuzzarsi colpe o responsabilità. Il film tuttavia patisce frequenti ridondanze, momenti riempitivi, con silenzi inspiegabilmente lunghi e tempi morti troppo diradati. Insomma per quanto, il tema sia intrigante il film appare, prolisso, un po' monotono e monocorde. Molto positiva invece la prova attoriale dei suoi  protagonisti Lavinia Wilson e Elyas M'Barek. Le loro interpretazioni sono davvero intense e credibili, lasciando trasparire, tutta la frustrazione In particolare la Wilson calza una straordinaria maschera di tristezza sul viso. Anche i vicini di resort Christl e Romed, nel loro essere superficiali e spesso inopportuni, anche se del tutto in buona fede, si rivelano estremamente realistici.

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