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Il quaderno di Tomy

Regia di Carlos Sorin vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Il quaderno di Tomy

di alan smithee
5 stelle

NETFLIX
 
Quando la malattia arriva a rendere palese l'approssimarsi di una fine comunque prematura e sin difficile da accettare, ecco che le priorità appaiono subito evidenti, facendo emergere ciò verso cui più conta concentrarsi per portare a termine ciò che era pianificato con ben altri ritmi e tempistiche.
Pertanto, quando a Marie viene diagnosticata la malattia incurabile e assai rapidamente progressiva che la sta devastando nonostante abbia appena poco più di quarant'anni, la donna comprende che tutto il poco tempo che le resta va speso a favore del figlio ancora bambino, che, da questa prematura imminente scomparsa, dovrà crescere con un ricordo troppo evanescente di una madre che invece intende fissare su un diario, coadiuvato da video e altre testimonianze, cosa ella stessa ha rappresentato per il figlio che ha dato alla luce.

Forte della collaborazione di un marito-complice assai lucido e spassionato, ma non per questo meno innamorato e complice, ed un gruppo di amici solidali e sinceri, Marie si appresta a preparare questo suo diario conoscitivo per il figlio, privilegiando questo alle tentazioni che i socials e la multimedialità in generale oggi forniscono e mettono a disposizione, apparendo come il veicolo privilegiato e di successo atto a garantire una notorietà da urgenza ad una donna forte e dotata di un temperamento battagliero e propenso ad una sofisticata forma di autoironia che non prevede particolari abbellimenti o tergiversamenti di sorta.
Non tratta temi per nulla accattivanti né rassicuranti, il film che segna il ritorno in regia dell'apprezzato cineasta argentino Carlos Sorin, di cui avevo particolarmente apprezzato anni fa l'intenso quanto misconosciuto Gone fishing.

Ma la vicenda triste, sconsolante della battagliera malata terminale Marie - interpretata da una notevole Valeria Bertuccelli, possiede una sua dignità interiore che non ammette alcun piagnisteo e consente allo spettatore, già di suo particolarmente sottotono e mortificato dalla situazione che lo circonda ed attanaglia, di affrontare visivamente ed emotivamente quel calvario di sofferenza, senza sentirsi mai eccessivamente ricattato da svendite sentimentali né da eventuali scaltri, ma decisamente fuori luogo, ricatti emotivi di sorta.
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