Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
“E allora facciamo un bell’applauso ai The Boys! Direttamente dagli anni ‘70, ancora insieme. Un po’ su di età, eh, ma così cariiini! Però adesso dobbiamo salutarli perché è arrivato il momento clou della nostra serata, l’ospite più atteso, direttamente dalle finali di Amici, Rollo Scamarca! Ciao ciao The Boys!”
In fondo, sì, “Boys” è un film da panchine giganti, ma da un’opera di finzione…
{anche se l’aura documentaria (gli imprescindibili Materiale Resistente, Sul 45° Parallelo, Linea di Confine, la Strada di Levi, Piazza Garibaldi, la Zuppa del Demonio, Cento Anni) s’infiltra, pervade ed emerge sempre, in questo caso per interposta persona/medium, grazie al “ripescaggio” da parte di Mauro Pagani [che sia in parte la “sua” storia, in versione universo parallelo e dimensione alternativa, anche se di dieci anni più grande, quella di Luca (1957-1983), il fratello maggiore del Giacomo interpretato da Neri Marcorè, annegato nella Dora Baltea come Jeff Buckley nel Wolf River?] di alcuni brani del suo catalogo giovanile: degli out-take di classic-rock leggero, un misto fra Luciano Ligabue ed Eugenio Finardi, con un minimo sindacale di Giorgio Canali: insomma, il Mauro Pagani solista/collaborativo, “sganciato” da Fabrizio De André, dalla Premiata Forneria Marconi e dalla ricerca polistrumentistica in ambito world music}
...di Davide Ferrario (“la Fine della Notte”, “Anime Fiammeggianti”, “Tutti Giù per Terra”, “Figli di Annibale”) si può e si deve pretendere di più, ché un sei e mezzo, portato a casa con un ad ogni modo gradevole divertissement [più dalle parti di “Devo Essere Sincera” che, per rimanere al suo cinema post-2000 (cioè post-”Guardami”), di “Dopo Mezzanotte”, “Tutta Colpa di Giuda” e “la Luna su Torino” ], no, non basta.
A parte il già citato “giovin” Neri Marcorè (della sua filmografia recente è da recuperare “Leoni” di Pietro Parolin), anche gli altri sopravvissuti (qui è letteralmente, se pur parzialmente, vero che non si esce vivi dagli anni ‘80) se la cavano bene con gli strumenti e con la voce in canto: Giorgio Tirabassi (Boris, Romanzo di una Strage, Arance e Martello, la Linea Verticale, Liberi Tutti, Freaks Out e il Grande Salto, di cui è anche regista), Marco Paolini [il Teatro Civile (Vajont, Ustica, il Sergente nella Neve), il cinema (con Mazzacurati e, da segnalare, fra i pochi altri, ma buoni, “Io Sono Li” di Andrea Segre e “la Pelle dell’Orso” di Marco Segato) e la musica, con i Mercanti di Liquore, fra cui lo splendido “Sputi”, fra Gianni Rodari, Dino Campana, Mario Rigoni Stern ed Erri De Luca) e - questo invece tanto improbabile quanto “Mah, alla fine, sai che invece…” - Giovanni Storti alla batteria.
Chiudono l’eterogeneo cast Isabel Russinova, Giorgia Wurth, Saba Anglana, Linda Messerklinger, Zoe Tavarelli, Paolo Giangrasso, Mariella Valentini, Francesca Olia e Luca De Stasio.
La sceneggiatura, come (quasi) sempre [tranne che nel primo, vero e unico passo falso della sua carriera, quel già menzionato “Se Devo Essere Sincera”, tratto da Margherita Oggero e scritto (con Anna Pavignano) e interpretato (con, fra gli altri, proprio Marcorè) da Luciana Littizzetto] è opera del regista stesso, qui in coppia con Cristiana Mainardi, da un suo soggetto.
Fotografia: Emanuele Pasquet (filtrata come se non ci fosse un domani, ma che sfrutta bene la perenne cappa di smog e nebbia su Torino ripresa lungo il Po e dal Grattacielo Intesa-SanPaolo con vista su Corso Inghilterra e la Stazione di Porta Susa). Montaggio: Claudio Cormio e Cristina Sardo. Sound designer/mixer: Vito Martinelli.
In fondo, sì, “Boys” è un film da panchine giganti.
* * * ¼ - 6½
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