Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Carlo, Giacomo, Bobo e Joe sono gli ex componenti dei ‘The Boys’, gruppo rock che negli anni ’70 stava riscuotendo un buon successo prima che Luca, il loro bassista, si suicidasse in maniera inaspettata. Da quel momento i quattro hanno continuato a esibirsi più per passione che per lavoro mentre le rispettive vite si sono normalizzate. Questo fino a quando un giovane rapper li preme per acquistare i diritti di tutto il loro repertorio. I quattro iniziano a riflettere ma devono necessariamente sentire anche l’opinione di Anita, la cantante della quale hanno perso le tracce da più di quarant’anni.
Davide Ferrario, regista ma anche critico cinematografico, riesuma gli anni ’70 e ci offre quest’ ‘Ultimo Bacio’ in salsa agrodolce, dove ai trenta quarantenni che si guardano come la generazione di mezzo si sostituiscono un manipolo di quasi sessantenni che hanno vissuto la decade più psichedelica della nostra musica, e non solo della musica, agitando le proprie fender. I quatto sono Marco Paolini, per una volta lontano dal teatro impegnato. Neri Marcorè, fratello minore del suicida Luca, e parte del gruppo proprio perché suo fratello, Giovanni, per questa volta senza Aldo e Giacomo e Giorgio Tirabassi. I quattro suonano per diletto ma anche per rimanere attaccati alla vita, mentre le rispettive esistenze sono esattamente come quella di molti di noi, con passioni ma anche con affetti, lavoro, vita vissuta e famiglie che si sfaldano o si sono sfaldate esattamente come può succedere alla salute, mentre i quattro cercano di trovare un bandolo mai del tutto smarrito, sia per quanto riguarda il gruppo ma anche per la loro pluriennale amicizia. Mauro Pagani, polistrumentista, ex membro della PFM e collaboratore di De André, offre alla pellicola parte dei suoi pezzi storici ma mai incisi e che per l’occasione fa cantare e suonare dai quattro componenti del gruppo. Alla fine si sorride e riflette, con una deriva on the road alla ricerca di Anita, Isabel Russinova e un finale conciliante e pieno di buoni sentimenti che però non inficia minimamente la qualità della pellicola.
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