Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Dovrebbero chiamarsi The Noses, date le proboscidi. E invece si chiamano The Boys. Erano famosi negli anni Settanta, quando il loro leader, suicida e in seguito rimpiazzato dal fratello (Marcorè), scrisse una hit di grande successo. Ora quella hit vorrebbe riprenderla un trapper coattissimo. Per The boys è l’occasione per tornare in pista, tra nostalgia del passato e problemi mai sorpassati.
Davide Ferrario raduna quattro attori abituati più al legno dei palcoscenici teatrali che alle luci del cinema. E si vede, perché tutto – dall’impianto narrativo alla recitazione inamidata – ha una fissità impressionante, accompagnata da un registro malinconico che spinge a fondo sul pedale del cliché, con tanto di telefonatissimo colpo di scena finale. Ancora una volta Ferrario mostra tanto mestiere quanta insipienza sul piano dei contenuti.
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