Regia di Terence Hathaway (Sergio Grieco) vedi scheda film
A metà degli anni Sessanta esplose in Italia il filone delle spy story cinematografiche, sull'onda del successo planetario di James Bond. Ma se l'agente segreto 007 al servizio di sua maestà era protagonista di opere confezionate con grande cura e budget di alto livello da professionisti impeccabili, ovviamente la versione all'amatriciana degli avventurosi intrighi internazionali fra spie pronte a tutto è solamente una pallida imitazione - in evidente carenza di mezzi - del prodotto originale. Grieco in particolare diresse numerose pellicole di questo tipo, fra le più improvvisate e girate più frettolosamente di tutto il filone, ma che ebbero comunque un discreto successo al botteghino nell'immediato e spinsero il regista e il suo attore favorito, l'americano e semisconosciuto Ken Clark, a ripetersi più volte nell'arco di pochissimi anni in queste storie sconclusionate e piuttosto simili l'una con l'altra. Anche qui, nonostante Clark impersoni un giornalista, il tono generale del lavoro non sfugge affatto ai clichè dello spy movie, così come le possibilità della produzione non sforano i consueti modestissimi limiti; Grieco - in questa occasione denominatosi Terence Hathaway - fa il possibile per dirigere un'opera equilibrata nelle sue possibilità e fa in modo di salvare il salvabile grazie ai soliti, saggi innesti di adrenalina e mistero che coprono le magagne di una sceneggiatura (opera di Sandro Continenza e Roberto Gianviti) dalle mille falle logiche e dagli altrettanti luoghi comuni. Noto anche come Il mistero dell'ombra, Tiffany memorandum vede inoltre la partecipazione di qualche apprezzabile caratterista come Giampiero Albertini e Luigi Vannucchi, nonchè di Riz Ortolani per la colonna sonora (pur non eccelsa, però). 2/10.
Un giornalista assiste accidentalmente all'omicidio di un politico; decide di indagare da sè, ma si ritroverà molto presto in un mare di intrighi e di guai.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta