Regia di Robert Connolly vedi scheda film
Quando sapientemente si usano soggetti e argomenti dal grosso potenziale non può che uscire una storia, un film che magari vanno anche oltre le aspettative. Questo è il caso di “The Dry” diretto da Robert Connolly e tratto dall’omonimo romanzo di Jane Harper.
Il protagonista Aaron Falk a distanza di anni ritorna nei luoghi dove è cresciuto dai quali però è stato costretto a scappare per ricostruirsi una vita altrove, nel suo caso in città, a Melbourne dove presta servizio come agente federale di Polizia.
Lui ritorna per la cerimonia funebre del suo vecchio amico che sembra si sia suicidato uccidendo anche il resto della famiglia. Ma le cose non tornano ed inizia ad indagare e soprattutto a ricordare il suo passato.
Il regista Connolly nella storia fa buon uso degli spostamenti temporali di Aaron staccando dal presente all’Aroon ragazzo coinvolto allora nella morte di una sua amica, una ragazza annegata in un fiume che adesso non esiste più a causa della siccità.
Lo sfondo in cui si svolge la vicenda è una parte dell’Australia che soffre da tempo la mancanza di pioggia. I paesaggi sono aridi, l’economia ne risente, il paese da cui proviene pure, questo clima non fa altro che peggiorare il carattere delle già ostiche persone che lo popolano e che nutrono risentimenti sul suo conto per la morte della ragazza 20 anni prima.
Il racconto evidenzia il distacco e la differenza tra la città e la vita di provincia di cui è fortemente critico, per fare questo si serve di Aaron (Eric Bana) ed il suo ritorno nella terra natia, un tema che è non nuovo nel cinema ed è anche un elemento solido di questo film australiano dove sono ben approfonditi tutti i personaggi della vicenda.
Buona la fotografia, il paesaggio che descrive la siccità, il cambiamento climatico che è in atto in questi luoghi dove però sembra che il problema principale sia la presenza di Aaron, lo straniero, l’investigatore che viene dalla città, quello che vuol mettere a nudo le vicende e tirare fuori gli scheletri nell’armadio degli abitanti.
Il racconto procede lentamente con un inesorabile giudizio ed una verità che si fa giustamente attendere fino alla fine.
Da cambiare la sezione del titolo in italiano, per il resto ne consiglio la visione.
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