Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
Il rumore della vita è il suono preferito dal cinema di Calopresti. Sommesso, sgradevole, armonico, acuto, malinconico, quel rumore accompagna il passaggio in questa nuova storia, dall’adolescenza all’età adulta. Tra Torino e la Calabria, il sud e il nord dell’anima, le tonalità grigie e quelle azzurre, la cultura della solidarietà e quella della forza, i dubbi silenziosi e le sicurezze dell’orgoglio, dell’attaccamento alle radici, della coerenza, due giovani estranei e diversissimi, Matteo e Rosario, hanno bisogno di scoprire insieme la fatica, il dolore e le incertezze del mestiere di vivere. Sono soli perché gli adulti stanno tutti male e stentano a rendersene conto. I “grandi” sono fatti prigionieri dal fantasma di una vita e dalla solitudine. Senza eccezioni. Il regista sfiora, con sensibilità e con intelligenza, il materiale tormentato dei suoi film, imposta le scene con l’autocontrollo che chiede ai suoi bravi attori. I riferimenti belli e commossi a De André e al libro “Cuore” anticipano la possibilità di un futuro abbandono a un linguaggio più libero e caldo e alle emozioni.
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