Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
Giunto dalla Calabria presso la comunità torinese di Don Lorenzo (Mimmo Calopresti), il quindicenne Rosario (Raso) conosce il coetaneo Matteo (Cirio), figlio indolente di un uomo che ha puntato molto sul lavoro e poco sugli affetti (Silvio Orlando). I due ragazzi entrano progressivamente in sintonia a dispetto delle abissali differenze: pigro, disinteressato alla scuola e bugiardo Matteo; studioso, tenace e leale Rosario. Il rapporto finirà quando le disattenzioni del padre di Matteo si trasformeranno in ingiustificate calunnie nei confronti del riservato Rosario, che a quel punto decide di abbandonare la comunità e fare ritorno al paese natale, dove lo aspettano gli sberleffi dei compaesani.
Ancora una volta coadiuvato da Heidrun Schleef e Francesco Bruni, Calopresti è ormai una certezza del cinema d'autore italiano. Le atmosfere rarefatte e introspettive delle sue pellicole sono la vera miccia che lascia esplodere una vampata di emozioni, calibrate questa volta sull'ineffabilità del disagio adolescenziale e su un inespresso conflitto generazionale. Gli attori adeguatissimi, le luci artificiali di una Torino quasi sempre notturna, benissimo fotografate da Luca Bigazzi, e l'ottima colonna sonora di Franco Piersanti coronano un'opera che rappacifica il pubblico con il cinema made in Italy.
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