Regia di Wim Wenders vedi scheda film
VOTO : 5,5.
Pellicola difficile da valutare, ma faccio davvero fatica a salvarla, infatti, se per certi versi ha un certo fascino visivo, nel complesso c’è davvero parecchia confusione dal punto di vista narrativo (e l’idea è di Bono, un frontman di tutto rispetto, ma al cinema non so che esperienza gli si possa attribuire).
La poetica di Wenders è qui contaminata da un’escursione imponente che non paga, a partire dalla scelta di Gibson quale protagonista che, nella parte di un detective serioso, non paga certo l’occhio (mentre la Jovovich è affascinante, ma poco sfruttata).
Così in alcune scene si intravede la mano del maestro, ma il contesto, sospeso tra un’indagine per un suicidio/omicidio in una landa di disperazione urbana, ed una storia d’amore, non riesce mai a spiccare il volo.
Anzi, la patina di un film fatto in una situazione in cui l’indipendenza registica non può essere totale, opprime la profondità che mai viene raggiunta nemmeno lontanamente.
Questo va a parziale attenuante di Wenders che comunque nel frattempo ha dimostrato di aver in ogni caso smarrito parte della sua ispirazione che negli anni ottanta gli ha permesso di regalarci alcune opere importanti.
Tremendamente irrisolto.
VOTO : 5,5.
Confusionario, ci regala qualche sequenza importante, ma la sua mano si vede solo a (rri) sprazzi.
VOTO : 4,5.
Completamente fuori parte.
VOTO : 6++.
L'elemento migliore del film.
VOTO : 6.
Non male.
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