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La folle vita

Regia di Raphaël Balboni, Ann Sirot vedi scheda film

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La recensione su La folle vita

di Furetto60
7 stelle

Film interessante, malgrado il tema "spinoso"(Alzheimer), mantiene un tono brillante. Bravi gli attori

Suzanne, settantenne benestante, è la direttrice di una galleria d’arte, personalità solare e carismatica, in gran forma e con una gran voglia di vivere; è la madre di Alex, un pacato trentenne, desideroso di avere il primo figlio dalla adorata moglie Noemie. Da qualche tempo però, Suzanne manifesta dei comportamenti stravaganti e bizzarri. Dopo la prammatica negazione della realtà, finalmente il figlio e la nuora riescono a convincerla a sottoporsi ad una visita psichiatrica e così si accerta che Suzanne è affetta da una malattia neurodegenerativa, la demenza semantica, una variante dell’'Alzheimer, in cui il deterioramento celebrale parte da una zona diversa del cervello, attaccando i lobi frontali che controllano il linguaggio e il comportamento:si perde gradualmente la capacità di formulare frasi di senso compiuto e in più saltano i freni inibitori. Comincia il calvario, le azioni di Susanne diventano sempre più imprevedibili e sconsiderate; fa shopping compulsivo e inutile, posteggia nei posti sbagliati, si intrufola di notte in casa dei vicini e arriva a confezionarsi una patente fai da te con carta, forbici e matite colorate, cammina nuda per strada, si trasforma in una bambina indisciplinata e ingestibile, mettendo in crisi la relazione tra Alex e Noemie e i loro propositi genitoriali, La triste parabola discendente procede implacabile, sebbene Alex non voglia rendersene conto, forse perché negare l’evidenza è un buon meccanismo di autodifesa; lui fatica ad accettare quel drammatico cambiamento, gli sembra di avere a che fare con un’altra persona. La nostra protagonista si muove nello spazio di una trasgressione continua, oltre i limiti del socialmente tollerabile, rendendo la convivenza sempre più impegnativa. In virtù di un escamotage estetico, che ha il valore di metafora, la regia “scansiona” l’escalation della malattia: il lenzuolo dal motivo floreale, che la donna ha regalato alla coppia, per il loro nuovo letto, comincia un po' alla volta a coprire gli oggetti e i soprammobili della camera da letto. Il ricorso ad un badante pragmatico, darà una svolta in positivo alla vita di tutti loro, rasserenandoli e consentendogli di riprendere le redini della loro esistenza. Il tema è scabroso oltre misura e ciononostante il tono resta sempre leggero, non  certamente scanzonato, ma mantiene comunque una linea “soft” senza scadere nel melodramma. Naturalmente chi ha vissuto direttamente la tragedia di un familiare colpito da questa iattura, potrà considerare il film superficiale e poco attendibile, tuttavia nel complesso il prodotto è fruibile e perfino a tratti emozionante.

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