Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Il manoscritto del principe è l'esordio in lungometraggio a soggetto per Andò, fino a quel momento autore di qualche documentario; ciononostante lo stile del regista è sufficientemente solido e la produzione che sorregge il suo lavoro perfino di più (partecipa la Rai e sovvenziona il Ministero dei Beni culturali). Già dal cast si intuisce la qualità dell'opera: Jeanne Moreau, Leopoldo Trieste in uno dei suoi ultimi ruoli, Michel Bouquet, Massimo De Francovich e c'è posto anche per il giovane (dal luminoso futuro) Paolo Briguglia; non sorprende affatto quindi che dietro l'operazione ci sia Giuseppe Tornatore, siciliano come Tomasi di Lampedusa. Le concrete vicissitudini relative alla - mancata, finchè fu in vita l'autore - pubblicazione del Gattopardo lasciano però spazio a un quadro psicologico complesso che racconta lo scrittore nel difficile periodo conclusivo della sua esistenza, trovando un significativo appiglio di speranza nella frequentazione con un allievo giovane, ma di estrazione sociale bassa. Film dal ritmo fin troppo placido ed elegantemente algido nella confezione, Il manoscritto del principe è certamente un prodotto di valore artistico, ma allo stesso tempo anche un po' ostico. 5,5/10.
Il manoscritto del principe, Tomasi di Lampedusa, è quello relativo al Gattopardo; lavoro in cui l'autore affrontava i dilemmi suoi e del suo mondo, era per lui di capitale importanza. La sofferenza del Principe nel vedersi rifiutare la pubblicazione è mitigata dall'incontro con un giovane allievo di estrazione sociale povera.
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