Regia di Ruben Fleischer vedi scheda film
Dal primo Uncharted sono già passati quasi quindici anni durante i quali il personaggio di Nathan Drake, creato da Amy Hennig per conto di Naughty Dog per Playstation (Sony), ha già avuto altre tre avventure “regolari”, una versione su Playstation Vita e un’espansione indipendente dal titolo The Lost Legacy oltre a romanzi letterari, raccolte di fumetti e un cortometraggio (non ufficiale) con protagonista il preferito dai fans, Nathan Fillion.
Mancava ancora il cinema e non perché non ci pensassero ormai da tempo ma dopo dieci anni di posticipi, intoppi e dietrofront improvvisi finalmente la neonata Playstation Productions (con tanto di logo iniziale che fa molto Marvel Studios) il vuoto é stato finalmente colmato grazie a una produzione da 120 milioni di dollari che ha debuttato negli Stati Uniti il 18 febbraio scorso (in Italia il giorno prima) per la regia di Ruben Fleischer, che vorremmo ricordare per Benvenuti a Zombiland e che invece molti ricordano per il (molto) meno riuscito Venom sempre per la Sony, su una sceneggiatura ad opera di Rafe Judkins, Art Marcum e Matt Holloway.
Ma trattandosi della trasposizione da un videogioco la domanda più importante rimane sempre la stessa: Nathan Drake riuscirà a spezzare la maledizione dei videogiochi trasporti male (se non malissimo) al cinema?
La risposta, indipendentemente dal successo di pubblico che sembra accompagnare il film, é purtroppo ancora una volta no.
La serie di Naughty Dog già alle sue origini é un divertito crossover multimediale che incrocia la serie di videogiochi di successo Tomb Raider, a sua volta debitore del cinematografico Indiana Jones e quindi, per osmosi, della saga di 007, insieme ai fumetti d’avventura degli anni’30 o dei film a episodi della Republic Pictures degli anni’40 (Zorro, The Lone Ranger, Dick Tracy, Daredevils) che ha nell’immedesimazione ”totale” con il suo personaggio, tipica dei migliori videogiochi in prima persona che trascinano il giocatore catapultandolo dentro al gioco, il suo aspetto più importante (aspetto però praticamente impossibile da riprodurre al cinema) e fondendo al tempo stesso il cinema d’avventura più classico con le esagerazioni di un cinema molto più moderno come quello, ad esempio, di una saga come Fast and Furios.
L’Uncharted di Fleischer invece é una storia di origine che si prende parecchie libertà, messa insieme alla bene e meglio e ispirata vagamente a Fine di un ladro ma con elementi e situazioni prese in prestito da tutta la saga e rielaborate per l’occasione e nel quale la professata volontà di aderenza allo “spirito” del gioco si limita però ad alcune citazioni e a certe trovate cosmetiche, e che segue pedissequamente un canovaccio tipico di un certo cinema di fine anni’90, riproponendo stilemi (e quindi anche le stesse problematiche) già affrontate dal recidivo Fletcher in Venom ( ancora, forse non a caso, con la Sony) e riproponendo (ancora una volta) un film in partenza già datato.
Vorrebbe essere Indiana Jones di Spielberg (vedi anche l’artefatto cruciforme alla Croce di Coronado o la sequenza a Santa Maria del Pie che richiama la ex chiesa/biblioteca veneziana di Indiana Jones e l’ultima Crociata) ma é molto più simile a Il Mistero dei Templari di Nicholas Cage.
Citazionismo (?!) a parte siamo di fronte a una pellicola anche divertita (?!) ma con una gestione di personaggi, intreccio e azione con pochissima personalità, che abusa nell’impiego di CGI donando al film un aspetto “plasticoso” (da videogame?) e un’iperbole nella messa in scena eccessiva anche per una pellicola basato su un videogame ispirato da un altro videogame ispirato a sua volta a una pellicola che “questa” pellicola vorrebbe imitare.
Il film di Fletcher ha come protagonisti il duo composto dal duo Tom Holland e Mark Wahlberg.
Il primo, ormai lanciatissimo come protagonista di Spiderman dei Marvel Studios, cavalca l’effetto “Peter Parker” rifilatogli a tradimento (?!) dai suoi stessi autori, trasformando il protagonista Nathan Drake in un emulo del personaggio dei fumetti, probabilmente per accaparrarsi gli spettatori che, al cinema, si aspettano da lui sempre lo stesso personaggio, mentre Wahlberg, per anni nel ruolo del protagonista finche l’età non lo ha costretto ad abbondonare per riciclarsi in quello del mentore di Drake, Sully, eredita al contrario proprio alcuni del tratti tipici del personaggio (adulto) conosciuto nei videogames.
Piuttosto anonima e incolore invece Sophie Taylor Ali nel ruolo di Chloe Rrazer.
Ne fanno da contorno il sempre ottimo (ma sprecato) Antonio Banderas, Rudy Pankow (il fratello di Nathan, Sam) e l’esplosiva Tati Gabrielle.
VOTO: 5
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