Regia di Beniamino Catena vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 38 – FUORI CONCORSO
Una bimba di nove anni, mentre si reca con il suo insegnante a disperdere le ceneri del suo adorato cane, scompare improvvisamente, tanto da indurre l'uomo a pensare che sia precipitata nella rupe sopra la quale intendevano procedere alla dispersione dei resti.
Nello stesso momento, in un zona desertica del Cile, un guardiano di un osservatorio astronomico posto al centro di un'area priva di urbanizzazione, viene colto da un attacco cardiaco, poi muore in ambulanza, per riprendere conoscenza.
Da quel momento le loro vite, unite da una circostanza astrale, saranno in qualche modo legate l'una all'altra, ed inizierà per entrambi un processo complesso che li vedrà strappati agli affetti dei propri cari, salvo poi, inaspettatamente, far ritorno con sembianze completamente non coincidenti.
La storia si concentra, in particolare, sul ritorno della nostra bimba, Vera, dopo tre anni di assenza, tra le braccia costernate dei propri genitori, che si ritrovano però una ragazza trentenne che ricorda tutto, tranne l'episodio che l'ha portata chissà dove, e devono imparare a credere a qualcosa di misterioso che ha concesso loro di rimpossessarsi di qualcosa di fisicamente non troppo simile alla propria figlia scomparsa, ma che racchiude in sé l'essenza della loro ragazza scomparsa.
Strutturato come un giallo, il film di Beniamino Catena ha molte ambizioni e si concentra per rendere appassionante e coinvolgente una vicenda incentrata su congiunzioni astrali che finiscono per far incontrare esseri provenienti da realtà disparate, fino a congiungerli in qualcosa di misterioso e di assai difficile da spiegare.
Purtroppo la scelta narrativa decide di concentrarsi sin troppo sugli aspetti inerenti il ritorno a casa di quella Vera troppo cresciuta, provocando un dissidio tra i genitori, con un padre razionale e diffidente e incredulo, ed una madre al contrario propensa ad andare dietro ai suggerimenti istintivi del cuore.
Questo, a mio giudizio, ingolfa e banalizza sin troppo una vicenda che contiene senz'altro elementi di mistero ed inquietudini in grado, al contrario, di rendere decisamente più attraente il risvolto narrativo, rispetto al risultato finale, un po' troppo concentrato sulla sola protagonista.
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