Regia di Santiago Alvarado Ilarri vedi scheda film
Prendendo spunto da L'esorcista (1973) e da Martyrs (2008) - ma forse ispirato anche da fatti di cronaca realmente accaduti, narrati in film tipo L'esorcismo di Emily Rose (2005) - Santiago Alvarado Ilarri confeziona un horror veramente inquietante, forte di un cast artistico molto preparato e di una regia decisamente spiazzante.
A causa di un esorcismo mal finito, vittima un ragazzino, il sacerdote Menéndez (Juli Fábregas) ha dovuto scontare una lunga pena in carcere. Ritiratosi a vita privata, se ne sta rinchiuso nel suo mondo, tormentato dal passato e in forte crisi spirituale. Si sente al telefono con un misterioso interlocutore, che tenta di aiutarlo inviandogli Marisa (Dolores Heredia) - una ex esorcizzata - un giorno a settimana per aiutarlo nelle faccende domestiche. Afflitto da incubi spaventosi, un giorno Menéndez riceve la visita dell'amico Sebastian (Hector Illanes). L'uomo è disperato, sostiene che l'adolescente figlia Raquel (Ximena Romo) è posseduta dal demonio e invoca il suo aiuto. Menéndez è titubante, i suoi metodi durante gli esorcismi sono violenti e tenta di allontanare Sebastian, sino a quando questi si ripresenta a casa sua: è in compagnia di Raquel e riesce a convincere l'uomo di chiesa ad ospitarla per qualche giorno. La ragazza, per quanto vivace ed eccentrica, non manifesta sintomi di invasamento satanico, ma Menéndez si è convinto. Raquel non avverte un forte odore di incenso, mangia carne avariata: questi, assieme ad una personale analisi delle urine, sono elementi che convincono il sacerdote a procedere con l'esorcismo, iniziando il rito di domenica (ovvero nel giorno del Signore). Esorcismo che non rispetta affatto i canoni enunciati nel rituale De exorcismis et supplicationibus quibusdam.
"Io sì che faccio ciò che predico, a differenza del tuo Dio..." (Raquel a Menéndez durante l'animato esorcismo)
La storia è sempre quella: una rielaborazione del più celebre L'esorcista (1973), ma questa volta Santiago Alvarado Ilarri ha ben in mente anche il Martyrs (2008) di Pascal Laugier e tenta una rilettura sinceramente spiazzante dei due argomenti (la possessione e la violenza come mezzo per raggiungere un fine nobile). La sceneggiatura, ben scritta, procede linearmente mentre l'autore manifesta, in più contesti, uno stile di regia possente e dinamico (con suggestive variazioni di 180° del punto macchina, rotante ora a destra, poi a sinistra) a supporto di un cast estremamente interessante (ottimi sia Juli Fábregas che la sensuale Ximena Romo). Senza contare il riuscito preponderante stato di ambiguità, che supera l'ora, al termine del quale lo spettatore dà ormai per certo che Menéndez sia un folle sanguinario, una sorta di inquisitore medievale reincarnatosi nel XXI° Secolo (e i sogni che lo tormentano, che lo vedono indossare un abito da "medico della peste", suggeriscono essere plausibile questa lettura).
Quel che segue riesce a far accapponare la pelle, anche se - come anticipato - in buona sostanza è una rilettura (estremamente personalizzata) del film di Friedkin. Ne esce un horror intrigante, spiazzante, e in grado di farsi seguire senza mai cedere colpi sino ad un incerto finale, chiaramente aperto al seguito come poi lascia intendere il titolo originale Menendez parte 1: el día del Señor. Anzi, è forte il sospetto che in origine gli autori puntassero a realizzare una serie televisiva, purtroppo non andata a buon fine.
"A volte il Diavolo mi induce nella tentazione di credere in Dio." (Stanislaw Jerzy Lec)
F.P. 15/11/2020 - Versione visionata in lingua spagnola (durata: 93'13") / Data del rilascio internazionale (streaming): 30/10/2020
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta