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L'Uno

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Regia di Alessandro Antonaci, Stefano Mandalà, Daniel Lascar, Paolo Carenzo

Con Elena Cascino, Alice Piano, Matteo Sintucci, Stefano Accomo, Anna Canale, Carlo Alberto Cravino, Paolo Carenzo, Francesca Vettori... Vedi cast completo

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Trama

Da quattro mesi nei cieli di tutto il mondo è apparso l'Uno, un oggetto volante non ben identificato, che sovrasta e condiziona dall'alto la vita di tutti. Tra le esistenze condizionate vi sono quelle di Marta e Tommaso, che organizzano una festa di Capodanno a cui partecipa il miglior amico di lei con la sua ultima conquista, una ragazza francese conosciuta la sera prima. Ai quattro si aggiunge anche Cecilia che, sorella della padrona di casa, è incinta di tre mesi ed è accompagnata da un amico. Chiusi in una stanza, senza contatti con l'esterno, i loro rapporti si incrinano sempre di più, le tensioni si acuiscono, i ricordi riaffiorano e la mezzanotte e si avvicina. Cosa ne sarà di loro? Dei loro rapporti? Delle loro famiglie? Delle loro vite? Cosa ne sarà del mondo, minacciato dall'Uno? E se l'Uno non fosse mai arrivato?

Curiosità

LA PAROLA AI REGISTI

"Durante la lavorazione del film L'Uno, che deriva dall'adattamento di un testo teatrale scritto a fine 2018 e andato in scena a partire dal Capodanno di quell'anno, ci siamo trovati inconsapevolmente di fronte ad un copione che si sarebbe rivelato in un certo senso profetico. La vicenda gira intorno alla frenesia nel fronteggiare una situazione fuori dall'ordinario, i media forniscono suggestioni di ogni tipo e ogni Stato adotta individualmente misure per limitare il panico generato dall'arrivo di un oggetto volante non identificato, di cui si sa poco o nulla poiché le tecnologie moderne non sono in grado di fornire risposte adeguate.

L'oggetto in questione non può essere considerato una vera e propria minaccia per il genere umano, soprattutto perché, dopo essersi stanziato in cielo, non agisce in alcun modo. Eppure lo spettro di un'Apocalisse imminente è evidente.

Una situazione molto simile a quello che sarebbe poi successo con la diffusione del virus comunemente detto Covid-19, nel febbraio del 2020.

Nello specifico della vicenda di L'Uno, il Governo italiano adotta misure di emergenza straordinarie: un coprifuoco generalizzato programmato nel tardo pomeriggio, il suggerimento di passare il capodanno solo con amici e parenti stretti per evitare situazioni fuori controllo, il divieto assoluto di festeggiare facendo esplodere petardi e fuochi d'artificio. La protagonista femminile francese, invece, fa notare come i transalpini abbiano adottato misure differenti, molto meno restrittive.

Durante la post produzione del film ci siamo resi conto (nostro malgrado) di avere tra le mani un immaginario che, da ipotetico e quasi fantascientifico, si stava concretizzando nella realtà di tutti i giorni: la Pandemia del 2020 avrebbe messo in luce le enormi similitudini tra lo scenario cinematografico e la vita reale. Questo inaspettato riscontro nella realtà ci ha spinto a lavorare sul progetto con ancor più decisione.

Ma L'Uno non è solo questo.

Immaginate una favola moderna dalle sfumature pirandelliane: sei personaggi in cerca della propria identità e stabilità emotiva, una cena di fine anno, un evento critico esterno incontrollabile e tanta solitudine. L'Uno riporta ovviamente alla memoria le tematiche pirandelliane dell'Uno, Nessuno e Centomila e della Maschera. Uno è chi queste persone vorrebbero essere, Nessuno è chi sono in realtà, Centomila è come gli altri li vedono. Marta e Tommaso, Claire e Giulio, Cecilia e Marco – i protagonisti del film – desiderano mostrarsi per ciò che in realtà non sono minimamente. Ogni tanto qualche maschera cede, per poi tornare a celare il vero Io dei personaggi, ed è in quel momento che va colta la loro essenza.

È stato realizzando questo che si è pensato ad una trasposizione cinematografica.

Perché Marta e Tommaso, Claire e Giulio, Cecilia e Marco sono personaggi in cui tutti noi possiamo rispecchiarci: egoisti, falliti, vinti, impauriti, soli agli occhi di chi li guarda, ma generosi, ambiziosi, vincitori, audaci e in cerca di affetto per chi riesce a guardare sotto le loro maschere.

Soprattutto nel momento di un futuro incerto e ignoto, benché illuminato da una luce fulva affascinante e ingannevole, rispetto ad un presente abitudinario e logoro, pieno di monotonia e avvolto dal solito grigiume.

Si dice "chi lascia la strada vecchia per la nuova sa cosa lascia, ma non sa cosa trova", ed è proprio questo che vivono – e ci fanno vivere – i sei personaggi.

Abbiamo modo di scoprire cosa è e cosa sarebbe stato "se".

Sfumature pirandelliane a parte, cos'è L'uno?

L'uno – oggetto non meglio identificato che appare un giorno nei nostri cieli – è la somma di tutti i timori umani, è la redenzione e l'ambizione, è il mettersi alla prova, è tutto e niente, è la solitudine.

Perché i sei personaggi, in primis, sono e saranno soli.

Dalla coinvolgente trama della versione teatrale - interattiva e immersiva come molti altri spettacoli della Compagnia Contrasto – abbiamo voluto ricavare una versione filmica, poetica e magica. Abbiamo voluto ampliare ogni aspetto, viste le possibilità del cinema, pur conservando l'impronta teatrale.

Si è così deciso di mantenere la location in cui tutta la vicenda si svolge, un atelier/loft-bunker quasi claustrofobico che sottolinea l'isolamento, per uscire solamente tre volte, ovvero nei tre esterni flashback, tre momenti magici e colorati, in cui veniamo a sapere qualcosa in più dell'oggetto misterioso ma, soprattutto, delle dinamiche tra le singole coppie.

È il colore uno degli elementi fondamentali del film: vari colori pastello o accesi, sempre presenti e vividi, ma tra tutti uno in particolare: il rosa.

Il rosa rappresenta la semplicità e l'empatia. Ben si presta a descrivere personaggi comuni, i classici vicini di casa in cui ti imbatti ogni giorno, ciascuno con i suoi problemi e con il suo carattere.

All'interno del bunker c'è una dominante di giallo, un colore caldo e accogliente, ma che cela in realtà significati più reconditi: l'insicurezza e l'instabilità.

Abbiamo poi, in due flashback, la presenza del verde: simbolo di pericolo e sfortuna in un caso, di immaturità e ingenuità nell'altro. Infine, in un ultimo flashback predominano il rosso e il blu: amore e passione il primo, malinconia e isolamento il secondo.

Proprio per il suo significato, si è preferito dare un valore "universale" al film.

Sappiamo per certo che i fatti si svolgono durante un Capodanno occidentale, ma è qualcosa che accade o potrebbe accadere "in nessun luogo e in nessun dove" e che potrebbe coinvolgere chiunque.

A un anno dalle riprese del film, qualcosa di simile è capitato a tutti noi e ancora di più abbiamo vissuto l'esperienza che i personaggi di L'Uno ci hanno raccontato: la solitudine che, anche se vissuta insieme ad altri,: mette faccia a faccia con il tuo Io.

Stilisticamente, si è preferito mantenere una regia classica, seppur dinamica, rispettando comunque l'impronta teatrale che sta alla base del progetto, attraverso movimenti chiave mirati, come la scelta di un 360° nel momento in cui i personaggi, e l'intera vicenda, stanno precipitando nel baratro di un vortice di tensioni accumulate tra loro che, inevitabilmente, esploderanno.

È una dimensione straniante e surreale che raggiunge l'apice nel momento in cui, finita la paura, ogni personaggio getta via la sua maschera, per tornare alla dimensione reale - comunque mostrata - grigia e noiosa in cui saranno, da lì in poi, costretti a vivere ancora più soli di prima.

Eppure non si è mai soli dentro una stanza vuota, né a camminare nel cuore della notte, né seduti in cima a un monte ad ammirare il panorama.

Si è soli quando la solitudine dà alla luce l'originale che c'è in ognuno di noi".

Trailer

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