Regia di Troy Duffy vedi scheda film
A parte qualche esagerazione a cui ci hanno abituato i recenti action movies, ma che puntualmente guastano la seconda metà del film (l'arrivo del supergiustiziere in gabbia alla Hannibal Lecter, Dafoe che perde il proprio emplombe in scene di delirio, sequenze di violenza incalzanti), il film resta in bilico tra uno humor nero che non si prende sul serio e il messaggio pericolosamente serio che farsi giustizia da sè non solo paga, ma è ciò che vorremmo far tutti, come attestano le irritanti false interviste finali. Il personaggio di Dafoe, detective gay sui generis è ben pensato ma quando si trasforma in 'violento braccio isterico della legge' risulta risibile. Nuoce allo svolgersi della trama la ripetizione continua dello stesso schema: investigazione-intuitiva-del-detective a cui segue ricostruzione-in-flashback-dell'azione. Ambiguo.
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