Regia di Tom Gormican vedi scheda film
Culto della personalità e delle proprie doti artistiche, reali quanto presunte, per Nicolas Cage, nella narcisistica rielaborazione di sé stesso, attore sul punto della bancarotta, che decide di partecipare alla festa di compleanno di un suo superfan, in cambio di un cospicuo budget - Metodi di recitazione sciamanica, apparizioni di doppi attoriali per scariche adrenaliniche di autostima, fuori e dentro dal personaggio e dagli insegnamenti di Stanislaski, incursioni cinefile nell’espressionismo tedesco, con lodi al Gabinetto del dottor Caligari per poi finire a piangere davanti alla visione di Paddington 2 - Autocitazionismo e memorabilia personali, nella glorificazione del proprio passato, poi un viaggio a Mallorca, il lusso e un bicchiere di bourbon per alleggerire la vita, feste di compleanno per alcoliche performance al pianoforte, una figlia e una moglie che se la ridono incredule delle cazzate di Nick, un tiro da una canna dopo un tuffo dalla scogliera, gocce di acido sulla lingua per dare svolte improvvise alla sceneggiatura - Quindi cortocircuiti fra realtà e finzione dentro la sceneggiatura e poi villani spagnoli e pistole d’oro e qualche sequenza d’azione e John Cassavetes e Iñarritu e perché no anche Lars Von Trier - La speculazione metacinematografica di matrice hollywoodiana ricicla gli scarti di ogni possibile consapevolezza critica sotto la luce di una superficiale scrittura che vorrebbe mischiare tutto nella ricerca del nuovo - Trame e sottotrame e poi neanche più quelle - Così rimane il grottesco, ai margini della parodia, eppure Nicolas Cage richiama il suo peso, il suo pensiero vorrebbe qualcuno che lo ascoltasse, il suo talento qualcuno che lo prendesse sul serio, il suo stile finisce per affascinare, il resto a strappare qualche risata e qualche sbadiglio.
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