Regia di Tom Gormican vedi scheda film
L'omaggio rivalutativo corre il consueto rischio di essere fagocitato dai clichè del genere. Comunque, ci sono un indubbio ritmo e spessore che latitavano da tempo in questo tipo di cinema, di cui Cage è stato un fiero portabandiera agli albori del nuovo millennio. Stavolta, sia lo spettatore medio che il cinefilo doc rimarranno appagati.
Il titolo originale scimmiotta un classico di Milan Kundera. Invece, sembra quasi che il soggetto tuona soltanto: "Il ritorno di Nicolas Cage!". Può darsi. Nel cinema mainstream. Perchè in quello indie non era affatto scomparso. A partire dalla sua prova lovecraftiana per il redivivo Richard Stanley. Il nipotino di Coppola, anche produttore, dichiara di averne le tasche piene di interpretare polpettoni. Lo fa anche nel medesimo film, che comunque li rivista e li celebra, offrendo però sorprendenti svolte metacinematografiche. Il protagonista mette abbastanza (bene, a dirla tutta) in gioco il suo personaggio. Rimane discreto sulle sue più controverse vicissitudini. Ma questo non rappresenta un problema. Anzi, nelle vere precedenti opere analoghe a questa, ossia JCVD o, ancora prima, Last Action Hero, l'autoflagellazione poteva essere considerata solo masochista. Forse è stato giusto limitarsi ad una surreale autoironia. L'omaggio rivalutativo, con uno occhio ad Hot Fuzz e un altro ad Essere John Malkovich, corre il consueto rischio di essere fagocitato dai clichè del genere. Comunque, ci sono un indubbio ritmo e spessore che latitavano da tempo in questo tipo di cinema, di cui Cage è stato un fiero portabandiera agli albori del nuovo millennio. E poi, francamente, al di là di ogni considerazione sul suo effettivo talento, resta più godibile in operazioni simili, piuttosto che in ruoli di stampo patetico come Pig o Via da Las Vegas. Stavolta, sia lo spettatore medio che il cinefilo doc rimarranno appagati.
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