Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Dialoghi truci ("Aò,ammazza", "Che fijo de na mignotta" e via dicendo), personaggi stereotipati (il buono vs. il cattivo), un substrato di violenza, morale e fisica, che invade trasversalmente tutti i protagonisti delle vicende; la dinamica è la medesima di mille altri polizieschi italiani contemporanei: una lotta al di sopra della legge fra la malavita ed un rappresentante delle forze dell'ordine disposto a rinnegare il codice nel nome della Giustizia, quella con la maiuscola. Non è il commissario Betti (Roma violenta, 1975, e altri), non è il commissario Tanzi (Roma a mano armata, 1976, e altri), qui è il commissario Baldi a incarnare la figura dell'eroe solitario ed (anti?)convenzionalmente più violento dei violenti delinquenti; se i nomi si somigliano tutti in maniera clamorosa, c'è da dire che il fascino di Merli (attore mediocre, ma dalla presenza fisica eloquente) nei panni di Tanzi e Betti non è qui eguagliato da Leonard Mann - al secolo il romano Leonardo Manzella - che assume il ruolo di Baldi. Truce il contenuto, ma truce anche la realizzazione, sin dall'approssimativa sceneggiatura firmata dal regista e da Paolo Barberio, altro nome legato esclusivamente a produzioni di serie B del cinema nostrano. Nel cast i nomi più celebri sono quelli di Ettore Manni e Maria Rosaria Omaggio, mentre le musiche dozzinali sono opera di Coriolano Gori, altro habituè del 'film di genere'. 2/10.
La battaglia senza esclusione di colpi fra un commissario giovane e coraggioso ed un malavitoso appena tornato a Roma per rifarsi spazio.
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