Regia di Terrie Samundra vedi scheda film
Drammatico horror (e non è un controsenso) elegantemente diretto dall'esordiente indiana Terrie Samundra. Particolarmente intrigante per le sue caratteristiche insolite, ovvero per le ambientazioni e i temi distanti (più psicologicamente che in senso fisico) dalla filosofia predominante, spesso imposta da chiassosi blockbuster americani.
Darshan (Satyadeep Misra), dopo avere appreso che la madre versa in cattive condizioni di salute, assieme alla moglie Priya (Sanjeeda Sheikh) e alla piccola figlia Shivangi (Riva Arora) raggiunge il genitore in uno sperduto villaggio rurale. Trova sul posto la zia Satya (Shabana Azmi), che si prende cura dell'anziana donna, mentre Shivangi stringe amicizia con la coetanea Chandni. Sin dall'arrivo Shivangi ha strane visioni, confermate da un diario che custodisce Satya, che si manifestano con sembianze di una bambina inquietante, spesso riflessa nelle nere acque di un pozzo. E proprio il pozzo è la causa di tutto: una tradizione centenaria locale, prevede che la gravidanza debba concludersi dando alla luce un maschio. La convinzione della popolazione è tale che alle donne incinta viene somministrato un farmaco mirato a indurre quel tipo parto. Lentamente Shivangi apprende che sua nonna, rifutando di prendere il medicinale, ha partorito una bambina, destinata ad essere gettata nel pozzo al fianco di decine di altre sventurate vittime neonate.
Chiaramente orientata verso un tema delicato e femminista, l'esordiente regista indiana Terrie Samundra si applica con determinazione al progetto, scrivendo anche la sceneggiatura in collaborazione con l'americano David Walter Lech. All'opera per una produzione Netflix, in grado cioè di garantire la visibilità mondiale, Samundra si trova a gestire un film di genere (l'horror) che in realtà nasconde ben altro. Molto male accolto dal pubblico, probabilmente condizionato dalla differente cultura e da un contesto produttivo "povero", Kaali Khuhi ("pozzo nero") è invece un raffinato dramma con venature macabre e un importante messaggio sulla terribile condizione "patriarcale" vigente in maniera anacronistica ai nostri giorni.
Destinata a smarrirsi lungo il percorso - il finale simbolico ed eccessivamente criptico fa perdere punti al film - Samundra dimostra comunque di avere buona padronanza del mezzo cinematografico, riuscendo a comporre un'opera visivamente incantentevole, con un clima decadente e malinconico che si manifesta anche tramite le avverse condizioni climatiche (pioggia e nebbia sono pressoché presenza fissa). Senza eccedere in movimenti di macchina, ma prediligendo inquadrature in campo lungo su paesaggi desolanti e su quadri di un paese che sembra fermo al medioevo (evocato dall'arcaico metodo di fornitura d'acqua, dal rito funebre, e dalla totale assenza di dispositivi elettronici), l'abile regista porta a compimento un prodotto grazioso e senz'altro migliore di tanti blockbuster milionari. Oltre ad intrattenere, e comunque mai annoiare, Kaali Khuhi fa riflettere e aiuta a rendere più vicina una mentalità che, irrazionalmente, alle latitudini influenzate da una filosofia consumistica e frenetica, può essere ritenuta "diversa". Ottimi gli anonimi interpreti, con particolare menzione di merito per le piccole protagoniste, dotate di innata predisposizione alla recitazione. Un film consigliato, soprattutto a chi poco gradisce l'horror.
"Nella vita abbondano i maschi, scarseggiano gli uomini." (Bette Davis)
Trailer
F.P. 04/12/2020 - Versione visionata in lingua indiana (durata: 90'58") / Data del rilascio mondiale (in streaming): 30/10/2020
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