Regia di Giuseppe Bonito vedi scheda film
Nulla da dire, se non fosse per la quasi incomprensibilità di una buona parte di quanto viene detto in dialetto e che meriterebbe i sottotitoli (a partire dal titolo), anche se l'uso del dialetto nel racconto ha un suo ruolo e significato ben preciso.
La storia, vista dagli occhi innocenti e inconsapevoli dei bambni (la protagonista, ma anche la sua sorellina), si sviluppa fino ad arrivare alla comprensione della vicenda, anche da parte della protagonista, dal punto di vista dei grandi; potremmo dire, finchè la bambina protagonista non diventa abbastanza grande da capire veramente il punto di vista degli adulti, e quanto c'è di brutto dietro la sua storia. Una storia che contrappone due mondi diversissimi e quasi agli estremi, ognuno con le sue brutture; quello povero, ignorante e manesco di una certa campagna contadina; e quello ricco ma schizzinoso e non meno pieno di pregiudizi di una ricca ma non ben definita aristocrazia. In mezzo, a subire tutto questo, il mondo inconsapevole dei bambini e quello pieno amorevole delle mamme, instancabili dispensatrici di amore nonostante quello che devono subire dai rispettivi mariti e dalle chiacchiere della gente. Le mamme: le vere protagoniste, e direi quasi eroine, di questo film.
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