Trama
Agosto 1975. Una ragazzina di tredici anni viene restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere. All'improvviso perde tutto ciò che aveva con la famiglia adottiva: una casa confortevole e l'affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico. Si ritrova così in un mondo estraneo, appena sfiorato dal progresso, dove dovrà condividere gli spazi ristretti di una casa piccola e buia con altri cinque fratelli.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Ritengo che la regia sia la facoltà straordinaria di accedere alle vite sospese nell’attimo in cui le si racconta, la possibilità di poterle osservare, esplorare, approfondire, senza giudicare mai.
Per quel che mi riguarda nulla è predeterminato ma tutto è incontro, scoperta, ogni cosa accade mentre il film si realizza. Grazie al romanzo di Donatella Di Pietrantonio ho conosciuto questa ragazzina di tredici anni della quale non sapremo mai il nome, ma solo il soprannome, l’Arminuta, che nel dialetto abruzzese significa la “ritornata”.
La sua storia accade a metà degli anni settanta e comincia il giorno in cui viene restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere. All’improvviso perde tutto ciò che aveva contraddistinto la sua vita: una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico. Si ritrova catapultata in un mondo nuovo, estraneo e rude che sembra appena sfiorato dal progresso e a dover condividere lo spazio di una casa piccola e buia con altri cinque fratelli in una dimensione a tratti ostile e promiscua.
In questa storia tutto è fortemente polarizzato: la città di mare e il paese dell’entroterra, la modernità e l’arcaicità, il benessere borghese e la povertà rurale, l’italiano corretto come viene parlato alla tv e il dialetto stretto che si parla nella nuova casa. E in mezzo c’è lei, l’Arminuta, che è sempre l’una e l’altra cosa insieme, figlia di due madri e di nessuna. Alle domande che la ossessionano nessuno sembra potere o volere dare una risposta. Perché è stata restituita? Perché proprio lei è stata data via quando è nata? Il film, così come il romanzo, racconta un anno di vita di questa ragazzina alle soglie dell’adolescenza, un periodo che segnerà la sua vita per sempre, in cui sperimenterà il dolore e la durezza ma anche l’amore, la dolcezza e la bellezza a tratti feroce che la vita riserva.
Mi piacerebbe che la narrazione restituisca soprattutto due cose: da un lato lo sguardo de l’Arminuta, che è testimone suo malgrado, e dall’altro il magma incandescente dei sentimenti laceranti che questa storia contiene.
L’Arminuta affronta una delle paure più profonde di ogni individuo, quella di perdere le persone dalle quali dipende la propria felicità ed è anche il racconto del contrasto tra il destino e la volontà dell’essere umano".
Note
Dall'omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio.
Trailer
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Commenti (12) vedi tutti
Degrado, miseria, sporcizia, violenza, facce quaresimali (le due madri sono un'emoticon), ruminazioni ... il film si fa da solo, secondo il solito ricettario dell'improbabile realismo, o si inceppa da solo, guastando anche i pochi momenti sinceri della vicenda
commento di kahlzerFilm bellissimo. Quante emozioni!!!! Spero di rivederlo il prima possibile!!!! Attori bravissimi
commento di mirella7Fotografia di una certa Italia anni 70 attraverso la struggente storia di una bambina / ragazzina. È un dramma coinvolgente da cui escono malissimo tutte le figure maschili. Voto: 4 stelle (2024)
commento di robynestaCi sono film che crescono lentamente lungo il loro sviluppo narrativo fino a portarci a rivedere con altra luce anche ciò che ad una prima visione non ci aveva convinto. E' successo così con "L'arminuta" di Giuseppe Bonito, con i personaggi cosiddetti "secondari" che danno sostanza alla storia col procedere dei minuti. Storia appassionante.
commento di Peppe ComuneTrasposizione abbastanza fedele e riuscita dell'omonimo romanzo, ma mentre quest'ultimo ha un buon ritmo, il film è molto lento, con lunghi silenzi. Brave le giovani protagoniste
commento di Artemisia1593Una trama che all'inizio può sembrare assurda anche per il radicalismo delle ambientazioni ma poco a poco emergono le motivazioni ed il racconto si fa coinvolgente. Ai soliti problemi di dizione si aggiunge il dialetto abruzzese a rendere certi dialoghi poco comprensibili,comunque il film è ben diretto ed è ottima la prova della 13enne Sofia Fiore.
commento di bombo1Brave le bambine, brava la Scalera, ma il film è troppo lento. Si potevano esprimere e trasmettere gli stessi sentimenti e le stesse emozioni anche accelerando un pò il ritmo narrativo. Un regista più di mestiere ci sarebbe riuscito. E il fatto che un terzo di film non si capisca, a meno di non essere abruzzese, non aiuta. Ma accontentiamoci..6/10
commento di xale78xEnnesimo film recitato in dialetto. Inguardabile.
commento di gruvierazAsciutto,poche parole,tante sensazioni che vibrano....in positivo e in negativo.
commento di ezioAsciutto,poche parole,tante sensazioni che vibrano....in positivo e in negativo.
commento di ezioAsciutto,poche parole,tante sensazioni che vibrano....in positivo e in negativo.
commento di ezioUna storia forte e intensa, tutta giocata attorno alle emozioni della protagonista, alla sua doppia ferita da rimarginare, alla sua necessità di capire qual è l'orizzonte a cui far riferimento, e di acquisire gli strumenti per operare una sintesi tra realtà antitetiche.
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