Trama
Nonostante gli sforzi per stare meglio, Damien ha avuto un'ultima ricaduta ancora più intensa del solito. Leila, sua compagna e madre di suo figlio, sarà mai in grado di guardarlo in maniera diversa da quello che realmente è, un uomo bipolare?
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"A ispirare la sceneggiatura, in una prima fase iniziale, sono state le esperienze dirette che ho avuto con mio padre bipolare. Voleva fare il fotografo e, in effetti, per un po' lo è anche stato ma non ha realizzato a pieno il suo sogno. Ammirava molto i ritrattisti e insisteva sul fatto che mai e poi mai avrebbe fatto fotografie di matrimonio. Voleva guadagnarsi da vivere senza dover fare quel tipo di lavoro e per tale ragione ha cominciato a fotografare quadri. Molti artisti gli portavano i suoi lavori, lui li allestiva, li illuminava e li fotografava. Sono cresciuto circondato da ciò e con un rapporto diretto con i dipinti, la luce, l'inquadratura e la fotografia. Ciò mi ha fatto nascere un'immensa ammirazione per i pittori, ammirazione che si è poi cristallizzata nel lavoro e nella personalità dell'artista visivo belga Piet Raemdonck.
Fino al giorno in cui abbiamo cominciato i preparativi per il film, il protagonista era un fotografo. W poi è arrivato invece Damien (Bonnard). Aveva studiato Belle Arti ed era stato assistente della pittrice Marthe Wéry a Bruxelles. E, così, il protagonista è passato dall'essere un fotografo al divenire un pittore. Durante il processo di scrittura, ho fatto spesso visita a Piet e in qualche modo volevo che il suo studio fosse trasposto nel film. Così come lo studio di Bernard Dufour è divenuto lo studio di Michel Piccoli in La bella scontrosa, così quello di Piet Raemdock è diventato quello di Damien Bonnard.
Damien ha trascorso tre settimane con Piet, preparando insieme i dipinti per il film. Damien ne ha cominciato alcuni che poi Piet ha ultimato. Diversi sono stati realizzati interamente da loro due, così come quello che Damien dipinge nel film durante un episodio maniacale. Quando ho visto i dipinti sul set insieme a tutti i materiali di Piet, il film ha iniziato a prendere vita.
E il film ha preso vita come ho sempre sognato che facciano i miei film. Sembra che non sia dogmatico e che viva al fianco dei suoi attori, che si lasciano osservare. In effetti, è grazie a loro che tutto funziona. Tutto ha cominciato a prendere forma quando sia Leila Bekhti sia Damien Bonnard erano a bordo del progetto, quando li ho visto interessarsi ai personaggi e volevano davvero trasformarsi in loro. Per la prima volta, non dovevo fare la voce grossa sul set, dovevo semplicemente osservarli.
A differenza dei miei film precedenti, non c'era niente di prestabilito. Con il mio direttore della fotografia sapevamo solo che avremmo seguito gli attori e li avremmo ripresi sempre all'altezza del viso.
Il personaggio di Leila nella sceneggiatura è fragile: soffre delle psicosi del padre di suo figlio. Sono rimasto sopraffatto dalla forza e dalla resistenza che Lila Bekhti ha portato nel film. Trasmette con la sua prova desiderio, sensualità, stanchezza e una capacità di dire "no" che credi sia piuttosto rara. Sin dalla prima lettura del copione, ha capito che non era un'opera sul disturbo bipolare ma piuttosto una sorta di interrogatorio sulle nostre capacità e i nostri limiti rispetto al nostro impegno nei confronti dell'amare. Rendersi conto che aveva capito rapidamente la natura instabile del suo personaggio è stato un grande sollievo e ha impedito a The Restless di trasformarsi in un film a tema".
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