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L'ultimo libro

Regia di Lina Roessler vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo libro

di mck
7 stelle

È un bel film, “Best Sellers”, non altro: pare poco? Un film che termina nel miglior modo possibile, senza dover essere per forza un lieto fine, così come "doveva" concludersi: con del lavoro da sbrigare.

 

 

Lucy Stanbridge (Aubrey Plaza, 1984), a capo della casa editrice fondata dal padre che la sorveglia alle spalle da un ritratto dipinto a olio appeso dietro alla scrivania da cui la donna tenta di salvare il salvabile dopo che la svolta “young adult” che ha imposto all’azienda non ha dato i frutti sperati, per una concatenazione di eventi (per la nascita della quale i soldi…

“Il luogo più ricco della terra era diventato il cimitero, perché è lì che sono stati sepolti i sogni.”

…poco c’entrano: la motivazione si può riassumere col fatto che l’autore rinuncia, per una questione “sentimentale”, a dare fuoco - kundunescamente, una volta che il mandala è ultimato occorre soffiarlo via - al manoscritto terminale) riceve dall’anziano scrittore eremita e misantropo Harris Shaw (Michael Caine, 1933) – una crasi fra J.D.Salinger, Thomas Pynchon e Cormac McCarthy, autore di un unico romanzo, seminale, l’opera prima “Atomic Autumn”, uscita ad inizio anni ‘70 (e da allora il silenzio editoriale) –, dopo che ha tentato con metodi poco ortodossi, tipo irrompendo in casa sua dalla classica entrata posteriore lasciata aperta, e senza alcun frutto di convincerlo a farle pubblicare qualsiasi cosa abbia prodotto nel quasi mezzo secolo…

- “Noi della Stanbridge Publishing ci stavamo chiedendo se stesse lavorando a qualcosa di nuovo.”
- “Il mondo non ha alcun bisogno di qualcosa di nuovo da me.”

…passato d’allora, l’opera seconda, sempre fantascientifica, “the Futire Is X-Rated”, e investendo su di essa buona parte del proprio futuro, ovvero una bella fetta della sicurezza finanziaria acquisita e messa a rendita, parte con lui, convinto grazie ad una clausola nel contratto risalente a 50 anni prima, per un tour promozionale a bordo di una Jaguar Daimler Double Six d’importazione con guida a destra: “Weeeee!”

 


Dice il critico imbecille parlando del nuovo lavoro di Shaw, senz’accorgersi che il brano da lui chiamato in causa è una citazione diretta {♦} di John Fitzgerald Kennedy, da un suo discorso in onore e in memoria di Robert Frost: «Il signor Shaw ed io abbiamo le nostre divergenze, ma questo non è un fatto personale. Il libro è determinato ad offendere ogni ideologia che a quanto pare ha portato al suo cosiddetto evento. È una lunga lista di lamentele, piuttosto che un esame ponderato di come è nato questo mondo. […] Però, anche se il libro è tutt’altro che perfetto, penso che meriti di meglio dell’urina del suo autore. Se è la legittimità ciò che l’editore sta cercando, un circo non è il modo migliore per raggiungerla. Per citare dal libro stesso: “L’arte non è propaganda: è un’espressione della verità.”»

{♦} “We must never forget that art is not a form of propaganda; it is a form of truth.”

Trascrizione integrale: qui (arts.gov) e qui (brainpickings).
Audio originale (da 3’08’’): qui (arts.gov) e qui (soundcloud).

 

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INIZIO INTERMEZZO: AUBREY PLAZA (in tre tipiche situazioni/espressioni).

 

 

FINE INTERMEZZO - TW: https://twitter.com/evilhag - IG: https://www.instagram.com/plazadeaubrey/.

 

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Regìa e sceneggiatura sono opera di due attori, entrambi esordienti nei loro rispettivi ambiti: Lina Roessler (con 3 cortometraggi alle spalle) e Anthony Grieco.


Il cast principale di questo buddy-road movie è chiuso da Ellen Wong (“GLOW”).


Fotografia livida, ma calda, di Claudine Sauvé. Montaggio di Arthur Tarnowski. (la gag col telefono, nel prologo, è un po'... telefonata da quello stacco netto, atto a, per l'appunto, prepararla ed "anticiparla", ma tutto sommato funziona). Musiche, buone, di Paul Leonard-Morgan (“Tales from the Loop”). Produzione anglo-canadese.

 

“L'Eden era sparito. Non più a portata di mano. Sembra che Dio abbia finito con gli errori.”

“Guardare morire l'unica altra persona rimasta sul pianeta era una sensazione come nessun'altra. All'improvviso il mondo appariva dieci volte più vasto e freddo, e la gravità sembrava allentare la presa."

“Il posto più ricco della Terra non è, come scrivi, il cimitero. È l’essere vivi. Anche se rimani completamente solo. Quello che non capisci è che hai completamente fallito nel rubare la speranza all’ultimo uomo sulla Terra. La speranza.”

 

 

Momento (di voluto, cercato, perpetrato imbarazzo) memorabile: «Nicholas Sparks incontra Jon Krakauer: “Foreverest”!»

 

Una curiosa consonanza con “the Chair” (a parte quella legata al fatto che a capo di una prestigiosa azienda/società/istituzione vi sia una donna: là, nella serie con Sandra Oh, messa lì perché in caso di fallimento si possa dire che la colpa è di una donna, mentre qui "in cattedra" per via ereditaria/nepotistica) è dovuta alla presenza di una variante della classica battuta sugli apostoli di Gesù, qui riproposta e così declinata:
- In qualche modo hai già oltre 20.000 follower. Incredibile.
- Cristo aveva seguaci. Non è finita bene per lui.

È un bel film, “Best Sellers”, il cui punto di forza è l'alchimia sfrigolante fra i due attori protagonisti (con Plaza che, da par suo, tiene testa alla maestria di Caine facendogli non solo da sparring partner, ma assestando pure qualche affondo), non altro: pare poco?

 


Un film che termina nel miglior modo possibile, senza dover essere per forza un lieto fine (concetto che naturalmente dipende dal punto in cui il narratore decide di interrompere la propria storia: non esiste alcuna fine lieta, perché ogni fine è nota), così come "doveva" concludersi: con del lavoro da sbrigare.

 

* * * (¼) ½  

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