Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Commedia semi-amara e con una vena moralistica di fondo che nonostante una trama quasi assente (sembra più un collage di sketch comici infatti), riesce a rivelarsi sufficientemente degna di attenzione perchè quel poco che racconta, sa raccontarlo bene bilanciando con una certa abilità da show cabarettistico, comicità e malinconia.
Il soggetto non è proprio originale perchè come al solito Verdone ricicla le proprie idee e come aveva già fatto in "Sono pazzo di Iris Blond", racconta la storia di un impresario del mondo dello spettacolo che offre alla persona sbagliata la chance di fare carriera poichè tutto quello che alla fine ne ricava è di essere usato ed abbandonato.
In questo caso il protagonista si chiama Ercole ed il prescelto è il suo autista Nicola, una sorta di homme fatal del popolo che grazie ad una verve comica innata da cabarettista, riesce a riscuotere parecchi consensi e un buon successo di pubblico - il fratello di Fiorello è stata un'ottima scelta in tal ruolo e benchè si serva spesso di un umorismo volgare e dozzinale per far ridere, ha un certo fascino e stile nella mimica facciale ed attoriale e le battute le sa dire...).
All'inizio Ercole sembra contento di lui e hanno un buon rapporto, ma pian piano qualcosa si deteriora tra loro perchè Nicola, con l'arrivo della fama diventa sempre più pieno di sè, egocentrico, arrogante e cinico e manda inoltre in frantumi la vita famigliare di Ercole arrivando perfino a sedurre sua figlia non trattandola con il riguardo con il quale meriterebbe d'essere trattata. Il risultato è prevedibile e come in "Sono pazzo di Iris Blond" lascia con l'amaro in bocca anche se questa volta non manca la soddisfazione di vedere il personaggio interpretato da Verdone prendere a calci e pugni l'uomo che si è pentito di aver condotto al successo.
Un film-parabola in definitiva godibile e da guardare senza pretese, con diverse scene divertenti e qualcuna anche seria che lascia spazio a momenti di riflessione.
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