Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Le prime avvisaglie di un cinema lento e a tratti noioso, lontano dal cinema di Carlo Verdone che ogni fan conosce bene, si erano già avute con Al lupo al lupo e con Perdiamoci di vista e qui si concretizzano definitivamente, con Carlo che lascia sempre più spazio agli attori che "scopre" rilegandosi in ruoli sfigati e noiosi. Di certo il soggetto di questa pellicola, che inaugura il nuovo millennio, come la maggior parte dei soggetti del regista romano, anche quelli dei film peggiori, risulta essere accattivante ma, se non pecca in trama, di certo lo fa a livello rappresentativo dove, inquadrature ferme rendono il tutto meno appetibile di quanto possa essere. In soccorso vengono paesaggi e colonna sonora (in quel campo Carlo è il migliore!), con tanto di titoli di coda che scorrono sulle note di Porcelain di Moby. Della visione resta comunque quel gran Beppe Fiorello, trasformista dalle evidenti capacità recitative che, da qui in poi, avrà la strada giustamente in discesa.
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