Regia di Simon Stone vedi scheda film
Il filo invisibile di una vita che non si può annientare grazie proprio alla morte. Disperato e dolce, in un 8 pieno.
Nell'imminente senso di distruzione della Guerra alle porte, nell'imminente senso della propria morte, la Sig.ra Edith, vedova da solo un anno e madre ancora giovane di un bambino curioso, intelligente e affettuoso, incarica il sig. Brown, archeologo autodidatta, a scavare nelle sue terre alla ricerca dei resti di un passato remoto, affinché dal tempo che passa e tutto cancella possa essere sottratto qualcosa che in qualche modo possa contribuire a quel che ancora continua fin dal prime impronte umane impresse in una grotta. Per questo si scava e si scava; si scava nella terra ma anche negli animi, nei propri vissuti, in quel che saremmo diventati, in quello che non siamo ma che possiamo essere, ed è solo così che un attimo, proprio l'attimo, diventa il fulcro delle svolte, delle decisioni liberatorie, perchè su di un baratro senza senso(si fallisce ogni giorno) brilla il Grande SI alla vita, nostante questo significhi dire no a un rapporto infelice per uno appena annuciato negli sgardi come in questo fotogramma...
Fotografia splendida e folgorante, in cui vita e morte risuonano l'una nell'altra, con un Ralph Fiennes e una Carey Mulligan che interpretano i due personaggi (Brown e Edith) in un modo superlativo. Bella anche la scansione degli eventi, alcuni decisivi dati per sottrazione, quasi a dimostrare ancora una volta il filo invisibile di una vita che non si può annientare grazie proprio alla morte che copre le cose umane nella polvere del tempo, che più che distruggere custodisce ai posteri un rinnovato ritorno dell'eterno, che sempre cade. Voto 8
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