Regia di Christopher Alender vedi scheda film
Horror scadente. Niente di nuovo, purtroppo.
Christina Lopez, una reporter messicano-statunitense, torna nella sua terra natale di Veracruz, per svolgere ricerche su alcune credenze popolari, in luoghi ritenuti dalla gente del posto, maledetti. La ragazza ha già avuto un incontro con il soprannaturale; quando era molto piccola, come mostrato nel prologo e in vari flashback, la madre era stata posseduta e la figlia aveva assistito ai maldestri tentativi di esorcizzarla, mentre osservava sgomenta, il volto della madre trasfigurarsi in una mostruosa maschera da indemoniata. Cristina per appagare la sua sete di conoscenza e per svolgere al meglio il suo lavoro, infischiandosene, come da copione, degli avvertimenti degli autoctoni, raggiunge e si inoltra nelle infide e “stregate ”grotte di La Boca dove perde conoscenza. Al risveglio si ritrova incatenata in una stanza angusta e fatiscente. La protagonista intuisce che qualcosa di grave le è capitato, ma ignora il motivo della prigionia; è così costretta a subire alcuni rituali perpetrati da una sciamanna, o bruja, Luz e da suo figlio Javi che le fanno trangugiare latte di capra, bruciano mazzetti di salvia fino a imporle delle pratiche stomachevoli e violente. Christina finalmente riceve l’insperata visita di sua cugina Miranda, che ha perso di vista da quando ha lasciato il Messico, la quale spiega ma non subito, sarebbe troppo facile, che I due silenziosi esorcisti’ hanno sequestrato Christina sicuri che nella visita a La Boca, sia stata” invasata”, e non la lasceranno andar via finché ospita l’entità maligna. L’anziana e il figlio, seguendo indicazioni dipinte sui muri della cella, provano svariate tecniche per esorcizzarla, Christina prima è incredula e tenta di scappare, ma poi si accorge che gli stregoni non hanno tutti i torti, qualcosa di malefico alberga nel suo corpo. Dal famosissimo progenitore di tutte le pellicole a tema possessione diabolica, il cui titolo è pleonastico, per tutti i cinefili e non, sono trascorsi 48 anni e una sfilza di opere, che ne hanno ricalcato le orme, a volte dignitosamente, altre miseramente. Insomma il filone, vera miniera d’oro ai botteghini, è stato trattato, sviscerato, rivoltato come un calzino e declinato in tutte le salse e con tutte le variabili possibili, a questo punto una cosa è certa: questo “franchise” dell’horror sembrerebbe a corto di ossigeno. Nella fattispecie si sono scomodate, come fonte d’ispirazione, le leggende messicane ricche di colorito folclore, con le storie di “brujas” di maledizioni e riti arcaici. Tuttavia il risultato è veramente scadente, non ci sono novità o scatti in avanti, è sempre la solita minestra riscaldata, male.
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