Regia di Jay Karas vedi scheda film
Roboante, provocatorio, eccessivo: il comico americano Bill Burr torna con uno spettacolo di stand up su omofobia, religione, paura della morte e sull'eterna battaglia fra uomo e donna.
Uno degli stand up comedian più oltranzisti, meno disposto a scendere a compromessi con il politicamente corretto, è Bill Burr, che in questo I’m sorry you feel that way – Mi dispiace che tu ti senta così – conferma la sua fama e la migliora (o peggiora, a seconda dei punti di vista) perfino. Il comico americano, qui ripreso nella sua performance in un teatro di Atlanta, parla a ruota libera per 80 minuti di uomini e donne, armi, religione, morte e di tanto altro, intersecando sapientemente infinitamente grande e infinitamente piccolo, massimi sistemi e sfera personale, con una serie di aneddoti demenziali sulla sua vita quotidiana che intervallano proposte provocatorie per rendere il mondo migliore. Ad esempio Burr suggerisce che le armi vanno bene, ma una calibro 22 può bastare – solamente perché le pistole più grandi fanno troppo rumore per i suoi gusti; oppure critica chi se la prende smodatamente per certe uscite omofobe da parte di persone avanti con gli anni, rimaste aggrappate a una cultura e a un’educazione ricevute in tempi remoti e oramai sepolte dalla Storia. Burr è così, prendere o lasciare: va ascoltato e interpretato, perché non ama i giri di parole e spesso va dritto al punto senza usare tante formule di cortesia o precauzioni linguistiche. Lo spettacolo è stato registrato per Netflix con la regia di Jay Karas, che già aveva diretto il precedente special di Bill Burr, You people are all the same (2012). 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta