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The Reckoning

Regia di Neil Marshall vedi scheda film

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La recensione su The Reckoning

di supadany
4 stelle

Nei periodi più bui, quando la speranza è smarrita e non s’intravvede alcun futuro, avvengono le azioni peggiori, che materializzano incubi che nessuno vorrebbe mai affrontare, infezioni barbariche inestirpabili. In questi momenti, la natura umana offre la sua versione putrefatta e le distanze sociali si allargano a dismisura, cosicché chi dispone di una posizione predominante mostra tutta la sua arroganza/meschinità e tende a sottomettere chi invece è appeso a un filo, gli aguzzini si fanno avanti importunando/assediando le vittime inermi.

Privi di una qualsiasi forma di scrupolo, sapendo di avere la strada spianata, di trovare terreno fertile, tra una paura diffusa e l’istintiva - nonché deprecabile - necessità di individuare dei capri espiatori sui quali sfogare angosce condivise e tutta la rabbia repressa, con condanne scritte a priori che non ammettono alcun appello.

Inghilterra, 1666. Rimasta vedova, per colpa della peste che sta fustigando l’intero paese, e con una neonata da proteggere/crescere, Grace Haverstock (Charlotte KirkFirst kill, The Lair) non intende arrendersi a un fato ostile e rifiuta di cedere alle violente richieste di Squire Pendleton (Steven WaddingtonWhen the lights went out, Halo: Nightfall), il padrone della casa in cui vive, per questo viene ingiustamente accusata di essere una strega.

Incarcerata e torturata senza pietà, Grace non accetta di dichiararsi colpevole, neanche quando subentra Moorcroft (Sean PertweeGotham, Dog soldiers), il più feroce tra gli inquisitori.

Fino all’ultimo respiro che le rimane in corpo, cercherà una via d’uscita, prima di tutto per salvare la sua bambina.

 

Charlotte Kirk

The Reckoning (2020): Charlotte Kirk

 

The reckoning è il primo film diretto da Neil Marshall dopo la debacle del suo Hellboy (per chi scrive, troppo severo) e finisce per certificare una vena artistica persa per strada da almeno un decennio pieno (Centurion), con i maggiori acuti (The descent. Discesa nelle tenebre) ancora più lontani, fatta eccezione per la sfera della serialità, con una manciata di episodi curati per Il trono di spade, Black sails e Lost in space.

Purtroppo, in questo caso le perplessità prendono con decisione il sopravvento, tra vizi di forma, pochezze evidenti e un amalgama traballante.

Se, come si evince dalle diciture finali, si voleva giustamente ricordare le persecuzioni avvenute in passato, con migliaia di donne accusate di essere delle streghe, ed è possibile immaginare - con tutte le dovute proporzioni – dei parallelismi con le derive contemporanee (gogne mediatiche, armi di distrazioni di massa, verità insabbiate), la configurazione adottata – involuta e in buona parte derivativa -, al netto di un artwork dignitoso, presta il fianco in troppe circostanze e in aggiunta per svariati motivi.

A parte una presenza dell’horror ridotta sotto la soglia di guardia, e in fondo anche superflua per non dire improduttiva, sebbene almeno un paio di soluzioni ravvivino un mortorio generalizzato, la resilienza vendicativa della martoriata protagonista è penalizzata da forzature esplicite, reiterazioni sommarie, innesti gratuiti e da una china prevedibile, che quando viene intaccata da un cambio marcia  - in corrispondenza del redde rationem  - perde ogni tipo di appoggio.

Inoltre, le principali figure alloggiate sul campo soffrono di appesantimenti eccessivi e le interpretazioni non offrono un contributo abbastanza rilevante da controbilanciare le sorti, nonostante la dedizione alla causa di Charlotte Kirk e una presenza congrua di Sean Pertwee.

 

Charlotte Kirk, Sean Pertwee

The Reckoning (2020): Charlotte Kirk, Sean Pertwee

 

Insomma, solo usufruendo del senno del poi, si capisce come mai The reckoning sia uscito in sordina (da noi, in home video, su un supporto spartano). Un film non privo di mestiere, ma avaro di soddisfazioni, che gioca a carte scoperte, a suo agio quando si cala nell’oscurità della notte e/o della prigionia, con anche delle piacevoli intuizioni, tra pulsioni contrapposte e stati di alterazione, che però rimangono episodiche, sormontate da elementi discordanti, sterili fattori di riporto e superficialità difficilmente perdonabili.

Grossolano e spericolato.

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