Regia di Sergio Rubini vedi scheda film
16° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
"Se li lasciamo fare, noi resteremo sempre quelli che non possono prendere l'ascensore".
Il riscatto dei tre figli non riconosciuti del celebre comico teatrale Eduardo Scarpetta, ovvero di Titina, Eduardo e Peppino, ci viene raccontata partendo dalla fine, ovvero dall'inizio del breve sodalizio che uní i tre talenti recitativo in una compagnia destinata a restare in vita solo pochi mesi, soprattutto a causa dei frequenti litigi tra i due fratelli maschi, con un Eduardo più intransigente ed indipendente ed un Peppino più prudente e poco disposto a rischiare allontanandosi per sempre dal giogo rassicurante, ma altresì castrante, dei Scarpetta.
Da quel momento cruciale per i tre grandi artisti, si ritorna al passato, quando il piccolo Peppino viene restituito controvoglia ad una madre naturale sconosciuta, che gli restituisce una vera famiglia mozza di padre ufficiale in grado di riconoscerli addentro alla dinastia dei Scarpetta.
La trasposizione cinematografica dei De Filippo, ad opera di un Sergio Rubini sempre più autore e regista sicuro e limpido, ci regala un affresco d'Italia di inizio secolo quando il cinema sonoro iniziava ad affiancarsi al teatro per intrattenere il pubblico, e lo stesso teatro tentava di innovarsi e di uscire dai vincoli ormai un po' ripetitivi e troppo caricaturali di una rappresentazione troppo campanilistica e limitata ad usi e costumi così locali da non poter essere proposti al di fuori della città d'origine del proprio autore. E dopo la trasposizione ottima ed accurata ad opera di Mario Martone della vita ed opera di Scarpetta nell'apprezzato ed ingiustamente ignorato al Concorso del Festival di Venezia 2021 con Qui rido io, era lecito e plausibile, se non proprio indispensabile ed opportuno, attendersi un biopic inerente i tre talenti rappresentati dai tre figli illegittimi e mai riconosciuti del celebre autore di teatro leggero napoletano.
Il film, dalla scorrevole narrazione ben scandita con dinamiche temporali sapientemente dosate e calibrate per tenere desta l'attenzione dello spettatore senza privilegiate mai nessuno dei tre fratelli a scapito degli altri, si avvale pure di un cast davvero azzeccato, che, oltre ad annoverare grandi nomi utili ad impersonare i personaggi di contorno a questa vicenda (un superbo Giancarlo Giannini nel ruolo del "re" Scarpetta, Marisa Laurito nei panni della moglie ufficiale, l'ottimo Biagio Izzo nel ruolo del primogenito invidioso dello Scarpetta, può contare, nel ruolo dei tre fratelli De Filippo, tra giovani interpreti ancora poco noti ma straordinari per aderenza fisica e caratteriale ognuno al personaggio interpretato.
Costoro rispondono al nome di Mario Autore nella parte di Eduardo, Domenico Pinelli nei panni di Peppino, e Anna Ferraioli Ravel in quelli di Titina. A corollario si fanno apprezzare in ruoli minori ma carichi di vitalità pure Marianna Fontana, Vincenzo Salemme, Nicola Di Pinto, Maurizio Casagrande, Giovanni Esposito e il grande Maurizio Micheli.
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