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I fratelli De Filippo

Regia di Sergio Rubini vedi scheda film

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La recensione su I fratelli De Filippo

di barabbovich
7 stelle

Tra i tanti tributi fioccati in occasione del 120esimo anniversario della nascita di Eduardo De Filippo, poi rimandati di un anno a causa della pandemia, c’è anche quello di Sergio Rubini, per alcuni versi il controcanto al notevole Qui rido io di Mario Martone. L’attore e regista pugliese racconta la storia dei tre figli illegittimi di Eduardo Scarpetta a partire da quando, a inizio secolo, Eduardo, Titina e Peppino calcavano il palcoscenico a fianco del grande commediografo partenopeo. Tra ingiustizie subite (il figlio legittimo ereditò la compagnia di Scarpetta, ma non certo il talento), difficoltà economiche e frequenti conflitti (soprattutto tra Eduardo e Peppino), i tre riuscirono ad arrivare al successo negli anni Quaranta. Ed è lì che – dopo qualche accenno ai lavori più noti di Eduardo (Natale in casa Cupiello) – il film si ferma, lasciando il resto alle note biografiche che accompagnano i titoli di coda. Nel raccontare la storia dei tre fratelli che furono capaci di sovvertire le regole del teatro, all’epoca diviso tra dramma della sceneggiata e le forme farsesche della commedia dell’arte, Rubini non cerca colpi ad effetto né tocchi autoriali. Gli va anzi dato atto di riuscire a raccontare, senza indulgere alla didascalia, un pezzo di storia italiana in modo lineare e composto, forse più adatto per un pubblico televisivo che per quello del grande schermo, ma indubbiamente ricco di emozioni e interpretato dai tre protagonisti con convinta dedizione.

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