Regia di Barbara Cupisti vedi scheda film
Il sogno americano è stato raccontato nelle sue molteplici sfaccettature ma il documentario di Barbara Cupisti, presentato fuori concorso al 38° Torino Film Festival inverte la prospettiva e si mette dalla parte di coloro che non sono riusciti a raggiungerlo o che per tentare di farlo hanno perso loro stessi.
Diviso in tre capitoli, ognuno intitolato con una frase simbolo della Costituzione Americana, la Cupisti originaria di Viareggio ma residente in America da diversi anni, decide di dare voce agli emarginati. Parte da una comunità di ragazzi di colore costretti a sopravvivere contro le ostilità e il razzismo che ancora imperversa, poi ci porta a qualche isolato dalla Los Angeles che conta per mostrarci come vivono migliaia di senzatetto, finendo con un viaggio nel deserto al confine con il Messico dove migliaia di persone perdono la vita ogni anno pur di attraversarlo per raggiungere la terra promessa.
Lunghe riprese, stacchi dall’alto, il lavoro della regista italiana è scrupoloso nel racconto dei fatti ma anche scenico nel modo in cui decide di mostrarceli. Fa parlare i diretti protagonisti senza mai intervenire, facendosi semplice portavoce di un coro di persone abbandonate dalle istituzioni che trovano conforto nel vicino o piuttosto nella bontà umana che riesce a manifestarsi attraverso associazioni benefiche e non solo.
Una riflessione che lascia senza parole, soprattutto se si pensa che il progetto è nato sette anni fa ed è attuale come non mai, in un paese che oggi più di ieri non riesce più ad imporre una politica di uguaglianza basta sulla tanto amata e mai seguita costituzione.
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