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Fatman

Regia di Eshom Nelms, Ian Nelms vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fatman

di axe
6 stelle

Babbo Natale, al secolo l'anziano ma energico Christ Cringle, vive insieme alla moglie Ruth in una fattoria nei pressi della cittadina di North Peak, in Alaska. Ha stretto un accordo segreto con il governo degli Stati Uniti, il quale lo sovvenziona per la sua attività di produzione e distribuzione dei giocattoli, in rapporto al volume di oggetti consegnati; in virtù di ciò, non se la passa bene. Infatti, avendo riscontrato più cattiveria tra i bambini, ha dimezzato le consegne. Il governo, per compensarlo delle perdite, gli propone un lavoro in favore dell'esercito, che non può rifiutare. Contemporaneamente, Billy Wenan, un precoce ragazzino ricco e viziato, rimasto deluso dal dono ricevuto - un pezzo di carbone - giusta "ricompensa" per la sua malvagità, commissiona l'omicidio di Babbo Natale al killer Jonathan Miller, il quale da molti anni nutre rancore verso l'anziano Christ, ritenendolo concausa del suo disagio infantile. Miller, pertanto, scoperta la località dove ha sede la fabbrica di Babbo Natale - temporaneamente adibita a produzioni di materiale bellico - si mette in viaggio per l'Alaska. Trovo questa rivisitazione del "mito" di Babbo Natale quanto meno originale, poichè ha ben poco di favolistico. I registi - gli statunitensi Eshom e Ian Nelms - partono da premesse fantastiche per raccontare una vicenda dagli sviluppi verosimili; il Babbo Natale protagonista del film potrebbe essere un qualunque imprenditore in difficoltà; al giovanissimo Wenan basterebbe mostrare una ventina di anni in più per essere uno dei tanti "cattivi" visti in miriadi di film; Miller è un perfetto killer psicopatico, per il quale uccidere è tanto un lavoro quanto un piacere. Non manca alcuno tra gli elementi che compongono il mito di Babbo Natale; dalle renne alla slitta, dalla magica fabbrica (apparentemente un normalissimo stabilimento industriale) nella quale gli elfi lavorano alacremente sotto il controllo del soprastante "Numero Sette", fino ai compiti tradizionalmente assegnati al simpatico barbuto, valutare i comportamenti dei bambini e, di conseguenza, premiarli o punirli. Tutto è, però, inserito in un contesto narrativo tipico di un film d'azione. Anche l'ironia è ridotta al minimo. Nella prima parte del film, le tonalità sono più leggere, e ci sono i presupposti per una prosecuzione a base di humour "nero"; nella seconda, tali premesse sono smentite, prevale la componente d'azione, con la sanguinosa operazione "stealth" di Miller nella fabbrica di Babbo Natale ed il cruento scontro tra i due personaggi. L'epilogo non prevede alcuna redenzione del cattivo; Christ rintraccia Billy e gl'impone d'essere buono sotto minaccia di futuri tormenti. Sfuma così l'ultima possibilità per la vicenda di avere un "risvolto" favolistico. Ho letto in giro commenti estremamente negativi su quest'opera; non mi sento di condividerli, pur non ritenendo questo film un capolavoro. Mel Gibson è un Babbo Natale molto ... umano; preoccupato per il futuro della sua "azienda", è incontenibile a tavola e dedito all'abuso di alcool. E' costretto a scelte difficili, che affronta con il sostegno della moglie Ruth, sempre al suo fianco. E', però, pur sempre una creatura fantastica. Accusa i colpi ricevuti durante il combattimento con Miller, ma ... non può morire ! Inoltre, nonostante consegni doni da tempo immemorabile, ricorda tutto dei suoi "clienti", e può trattarli di conseguenza. Questa pellicola è lontana tanto dai canonici film "natalizi", intrisi di buoni sentimenti, quanto da classiche commedie "nere" sullo stile di "Babbo Bastardo" e seguito, anch'essi colmi di positività, solo un po' più nascosta. Il Natale fornisce elementi, fantastici e non, per la realizzazione di un film d'azione dall'esito non scontato, avvincente, ben accompagnato da una vivace colonna sonora, anche se, lo ammetto, assai "spiazzante" e probabile fonte di delusione per chi si aspettava un prodotto diverso.

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