Regia di Mathieu Turi vedi scheda film
Acclamato horror, ai festival di settore, dal ritmo catatonico e con trama incomprensibile. Seconda sconclusionata regia del francese Mathieu Turi (seguente il poco apprezzato Hostile, 2017), cineasta che farebbe bene ad affidare le sceneggiature a veri professionisti. Novanta minuti di incalcolabile agonia, per chi ha il coraggio di subirlo ...
Lisa (Gaia Weiss), avvilita per la perdita della piccola figlia di soli nove anni, vaga per strada meditando il suicidio, fino a quando accetta un passaggio in auto da uno sconosciuto. La radio diffonde notizie sul rinvenimento di alcuni cadaveri, vittime di un serial killer. Colpita dall'autista, Lisa perde i sensi. Quando rinviene si trova imprigionata in un labirinto di tubi, che possono essere percorsi solo strisciando e con al polso un timer che ogni undici minuti annuncia l'imminente manifestazione di una trappola. Fiamme, acqua, acido: Lisa dovrà sforzarsi duramente per sopravvivere, scoprendo con orrore di non essere la sola prigioniera di quella angosciante struttura.
Atteso ritorno dietro la macchina da presa di Mathieu Turi, cineasta che già aveva deluso gli appassionati di horror con il drammatico Hostile (2017). E scriviamo che "già" aveva deluso perché stavolta realizza un lungometraggio indifendibile, sfiancante per quanto monotono e privo di ogni senso logico. Con una trama che non ha inizio, sviluppata senza alcuna coerenza e che si chiude con un finale che fa pentire di aver speso 90 minuti di tempo per guardarsi questa roba. Che l'ispirazione sia venuta al regista scopiazzando dal sopravvalutato The cube (Vincenzo Natali, 1997) è fuor di dubbio. Mentre l'accostamento azzardato da alcuni con Saw (James Wan, 2004) è del tutto campato in aria. Meandre è un film realizzato (anche bene) a basso budget ma questo non giustifica l'approssimazione del testo, talmente accentuata da far sì che il girato sia davvero incomprensibile. Gaia Weiss è una brava attrice, la fotografia è ottima ma l'intero film si limita a proporci la protagonista (vestita con una tuta fantascientifica da supereroina, ispirata da Il quinto elemento di Luc Besson, sic!) sempre in quelle tre pose e nel solito implausibile ambiente. Apparso in Italia nel novembre 2020 al "Trieste Science+Fiction Festival", Meandre ha fatto il giro mondiale dei festival raccogliendo premi un pò ovunque - e confermando l'ipotesi che meno i critici capiscono sulla trama (in questo caso però diremmo che non ci capiscono, comprensibilmente, "un tubo"), più gradiscono - al punto da essere lanciato con enormi aspettative nelle sale cinematografiche francesi, americane e russe. Semplicemente invece, Meandre è un film irrisolto, confusionario e molto, molto, palloso.
"Sarebbe più facile scalare le cime dell'Everest o toccare il fondo della Fossa delle Marianne e persino arrivare al centro della Terra o avventurarsi tra le stelle che pensare di poter penetrare i misteriosi meandri di noi stessi."
(Giuseppe Tobia)
Trailer
F.P. 07/07/2021 - Versione visionata in lingua inglese e francese (durata: 90'44") / Date del rilascio: Francia, 26/05/2021; USA, 09/07/2021; Russia, 15/07/2021; Turchia, 03/09/2021
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