Regia di Jens Dahl vedi scheda film
Film discontinuo, diviso in due netti tronconi. Se nella prima parte Jens Dahl vuole che lo spettatore contempli lo scheletro morale, ne decifri gli accenni sottesi o scavi tra l’asfissiante lentezza narrativa alla ricerca di chissà quale prospettiva metaforica, nella seconda fa esattamente l’opposto. Si azzera così l’orpello autoriale a favore di una solida esuberanza estetica, il ritmo prende finalmente una sua strada e la carneficina vendicativa dell’epilogo acquista il sapore di un vero e proprio film dell’orrore. Buono il cast.
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