Regia di Andrew Thomas Hunt vedi scheda film
Dopo un movimentato concerto in un locale, Amy, Lee, Emma e Cassy, quattro ragazze che compongono una punk band, finiscono, con uno stratagemma, nelle mani di un personaggio il quale, datosi il titolo di "Imperatore", controlla una comunità di folli inneggianti alla violenza, necessaria a compiacere imprecisate divinità. Le malcapitate sono dapprima private di alcuni arti, sostituiti con innesti metallici per armi; sono poi costrette a combattere per la loro sopravvivenza in un'arena al centro di un immenso cimitero di automobili. Queste le premesse per un film di fantascienza, con talmente tanto sangue e gore da sconfinare nell'horror, che non mi ha convinto. La sceneggiatura, infatti, non dà conto dell'evidente assurdità della trama. Quattro ragazze, pur abituate ad una vita non semplice, essendo musiciste itineranti, si trovano improvvisamente private della libertà, mutilate, oggetto di innesti innaturali, nelle mani di folli invasati, in costante pericolo di vita ... e s'abituano subito a tale condizione, progettando lucidi piani di fuga, o, peggio, abituandosi a tale contesto. Chi riuscisse ad accettare tutto ciò, potrebbe vagamente divertirsi, anche godendosi gli elementi meglio riusciti, un'evocativa ambientazione pseudo-post-apocalittica - nonostante il film sia ambientato nella nostra contemporaneità - costumi ben elaborati, combattimenti senza esclusione di colpi ed una vivace colonna sonora a tema punk-rock. Non c'è molto altro; tra intrighi ed uccisioni, le protagoniste s'adattano alla situazione, l'"Imperatore", interpretato da Julian Richings, nonostante la sua sicumera, ne perde il controllo fin troppo rapidamente, in un epilogo non scontato e neppure imprevedibile. Un po' d'ironia ed autoironia nei personaggi, alla luce dell'implausibilità della trama, non avrebbe guastato. Qualcosa di buono c'è, ma ... va ben cercata !
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