BE AFRAID HORROR FEST 2020
Uno svagato ragazzo addetto alle consegne di cibo, inciampa su un pedone mentre con la bicicletta sta consengnando tre pesci freschi ad un cliente. Costoro, così freschi da risultare vivi, se la squagliano facendosi inghiottire dalla acque di un fiume cittadino, così poco cristalline da trasformali, a seguito di una repentina mutazione genetica, in tre giganti di calamaro, polipo e granchio, che risorgono dal mare e minacciano la quiete cittadina, dimenandosi pericolosamente tra i grattacieli del popoloso centro abitato.
Strutturato singolarmente a metà strada tra il genere "Kaijù" (quello dei mostri giganti trash in pezza e gomma del dopoguerra giapponese alla Godzilla) ed un documentario, in cui alcuni testimoni raccontano l'inquietante avvenimento che ha sconvolto la città.
In seguito, il film si trasforma quasi un una gara culinaria televisiva, simile ai molti talent a base di cugina che imperversano sui vari canali televisivi, dando vita a programmi non meno kitch dello spettacolo rappresentato dai tre goffi mostri fintissimi che fanno da richiamo principale della vicenda.
Monster Seafood Wars è solo l'ultima follia di un regista come Minoru Kawasaki, appassionato del genere Kaijù al punto da tornare spesso in argomento.
Qui l'ambizione di rendere il film un ibrido di generi disparati ed apparentemente così lontani uno dall'altro, se da un certo punto di vista iniziale diverte e sorprende, finisce a lungo andare, con i mostri che esauriscono ogni riserva empatica, per accusare qualche pesantezza di fondo che rende la materia un pò stanca o ripetitiva, come un giochino spiritoso e fine a se stesso, eccessivamente reiterato.
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