Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film
In un momento di stasi per lo spaghetti western, sormontato dalla commedia sulla scia dei successi con protagonisti Bud Spencer & Terence Hill, il mestierante Roberto Bianchi Montero decide comunque di regalare un nuovo - e banalissimo - titolo a un filone ormai usurato, sviscerato in mille modi e intasato di cloni, ripetizioni, sequel approssimativi (le saghe dei vari Sartana, Sabata, etc.). Con una sceneggiatura firmata da Mario Guerra e Vittorio Vighi, Montero fa del suo meglio (o del meno peggio, probabilmente) per raccontare le consuete gesta dell'eroe senza paura che sa fare giustizia dei cattivi grazie alla sua fedele sei colpi; Brad Harris, scelto come protagonista, è un volto azzeccato, ma non tutto il resto del cast è all'altezza (sempre considerando che Brad Harris è appunto Brad Harris). Quantomeno simpatico risulta il personaggio affidato a Josè Torres, con una caratterizzazione molto affine a quelle classiche di Tomas Milian nel genere western. Colonna sonora impacciata di Coriolano Gori, che ripesca qua e là da colonne sonore da lui firmate per altre pellicole similari. A livello di semplice curiosità si annota che l'assistente regista è Renzo Girolami, figlio di Romolo Guerrieri (cioè Girolami) e nipote di Marino Girolami. 1,5/10.
Il pistolero-esattore Durango litiga con il malvagio Ferguson per via di una taglia contesa fra i due; di mezzo ci va anche il banditello El Tuerto, prima arrestato da Durango e poi con lui alleato nella vendetta contro Ferguson e i suoi scagnozzi.
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