Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Tra i film che ho visto di Ferreri forse questo è quello che mi ha entusiasmato di meno ma sicuramente non è un film da sottovalutare,sicuramente diseguale ma a tratti illuminato da veri e propri lampi di genio.La ricostruzione scenografica come sempre accade in Ferreri è di grande raffinatezza.E'straniante vedere nel bel mezzo della metropoli parigina una sorta di cava di pietra polverosa in cui ambientare una riedizione sui generis della battaglia di Little Big Horn funesta per il generale Custer e per gli americani.Attraverso personaggi delineati con il suo consueto stile al vetriolo viene messa in scena una paradossale lotta tra oppressi di tutte le nazionalità e oppressori americani.In filigrana (e viene nominato anche in un dialogo) si può leggere anche una ferma critica all'esportazione della democrazia con modi violenti come era accaduto al CiIe di qualche mese prima.E non è un caso che viene destrutturato alle fondamenta uno dei pochi miti derivanti dalla storia che può vantare la giovane nazione americana:il mito del West.Non è un caso che tutti coloro che sono dalla parte americana(compreso un mito assai più genuino come quello di Buffalo Bill) siano degli idioti matricolati o al massimo dei servi sciocchi dei padroni.La simpatia di Ferreri va tutta alla schiera raccogliticcia di poveri e oppressi di tutto il mondo contro lo strapotere economico(e in questo caso anche militare).Il discorso è cristallino,forse troppo,la metafora è fin troppo leggibile ,c'è una contrapposizione manichea tra due schieramenti con una piccola folla di personaggi macchietta che contribuiscono a intorbidare le acque.Alcune caratterizzazioni sono estremamente divertenti e gustose altre un po'meno,anche se bisogna notare la ricchezza oserei dire quasi spopositata del cast che raccoglie il meglio del cinema italiano e di quello francese.L'invenzione migliore è comunque trapiantare un pezzo di storia del West nel bel mezzo della voragine scavata in un quartiere popolare e proletario di Parigi.Un invito neanche troppo velato ai proletari di tutto il mondo a unirsi contro i padroni.E comunque Ferreri si ritaglia la parte di un fotografo asservito totalmente ai padroni,forse in un impeto di autoflagellazione.
regia di grande finezza
ottimo
marmorea
con quella fascetta in testa assomiglia in modo inquietante a Giucas Casella,non me ne voglia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta