Regia di Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi vedi scheda film
Il film di Jacopetti e Prosperi sollecita i peggiori istinti dello spettatore, con dosi massicce di sesso, sangue e sadismo assortito, ma non è, secondo me, consapevolmente razzista. Anzi, l'intento degli autori (oltre a quello - legittimo - di tirar su un bel po' di quattrini) è di prendere a sonori schiaffi l'alterigia ed il senso di superiorità dei bianchi, sia americani che europei (i primi esportatori di schiavi africani). Quest'ultimo risultato è raggiunto? Forse soltanto in parte, anche perché all'epoca dell'uscita di Addio zio Tom i critici, forse feriti nell'orgoglio da questo filmaccio (che tuttavia citava le poesie di LeRoi Jones e le imprese di Nat Turner), lo stroncarono con parole di fuoco.
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